La dimensione della Pace è la pre-condizione per diffondere l’economia sociale. Il tema della Pace era in cima alla sintesi del documento con cui ci siamo presentati all’assemblea; un'appello alla diplomazia necessario non solo per fermare gli scontri armati e le infinite crudeltà della guerra, ma per non cadere nella drammatica visione che l'unica via d'uscita dai conflitti sia armarsi.
Senza, rischiamo di cancellare improvvisamente uno sviluppo politico e culturale unico nella storia dell’umanità, che ha comportato negli ultimi 70 anni, pur con tutte le sue contraddizioni, anni di prosperità e crescita.
Con il documento a firma di Alleanza delle Cooperative, presentato il 14 maggio a Roma, l'economia sociale è il cardine su cui abbiamo deciso di posizionare economicamente e politicamente il movimento cooperativo.
Sono sicuro, infatti, che in un’economia di guerra, le prime risorse ad essere intaccate saranno quelle destinate all’agricoltura, alla coesione sociale, al welfare e all’ambiente. Ovvero il DNA dell’economia sociale. E a subirne le conseguenze saranno i nostri agricoltori, le persone più fragili, i nostri operatori sociali ed in generale tutto l’ecosistema comunità e ambiente che anche nel nostro Paese, non senza ritardi, comunque è cresciuto.
Registro che la consapevolezza di questo binomio Pace-Economia Sociale sta avanzando, perché un sempre maggiore numero di organizzazioni della società civile si stanno esprimendo a favore di un reale cambiamento di paradigma, che possa ricondurre a ragione dinamiche che oggi, volutamente o meno, sembrano lasciate solo al piano della pura irrazionalità. Soprattutto nel mondo cattolico, dove sempre più la Chiesa, come fu per la prima guerra mondiale, si pone in maniera netta “per fermare la inutile strage”, “evitando il suicidio dell’Europa Civile” (Leone XIII).
Quello che c’è in gioco non è solamente il valore della Pace in sé ma uno stile di vita, una visione dello sviluppo umano.
Bisogna stare attenti. Il mercato, e i grandi interessi che lo muovono, già in altre occasioni storiche ha preferito annullare il giudizio etico pur di fare grandi business.
La guerra, se per la stragrande maggioranza delle persone e delle organizzazioni è un flagello (e noi siamo tra questi), per pochi (ma forti e potenti) potrebbe rivelarsi un grande acceleratore economico in un periodo di crisi e stagnazione.
L’azione che come Confcooperative e Alleanza della Cooperazione Lombarda stiamo facendo in queste giornate è cercare un confronto e un dialogo in vista del voto europeo, incontrando gruppi e persone veramente attente alla dimensione della Pace, disponibili a costruire un’Europa con al centro una nuova forma di economia sociale capace di mettere al centro persone e comunità.
E con questo spirito vi aspettiamo il 29 maggio, a Milano, all’incontro pubblico che svolgeremo al teatro Elfo Puccini con i candidati al Parlamento Europeo.
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