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"Mancano gli infermieri", la denuncia del comparto sociosanitario e le richieste a Regione

"Mancano gli infermieri", la denuncia del comparto sociosanitario e le richieste a Regione

L'La lettera inviata a Fontana e Moratti dalle principali associazioni tra cui Aci Welfare Lombardia

Categorie: Confcooperative Federsolidarietá

Tags: sociosanitario,   rsa,   infermieri

Continuano le pressioni da parte del comparto sociosanitario lombardo per chiedere a Regione Lombardia una risposta immediata alla carenza di personale causata dall'emergenza Covid e delle campagne di reclutamento da parte delle strutture sanitarie. Tema alla ribalta anche nei servizi del Corriere della Sera e del TGR Lombardia con le interviste a Valeria Negrini, presidente di Alleanza Cooperative Italiane Welfare Lombardia e la testimonianza dell'Rsa San Vincenzo di Piadena Drizzona della Cooperativa Il Gabbiano. 

Con una nuova lettera inviata oggi al governatore Attilio Fontana e all'assessore al Welfare Letizia Moratti a firma AGESPI - AIOP - ALLEANZA COOPERATIVE ITALIANE WELFARE LOMBARDIA - ANASTE - ANFFAS LOMBARDIA - ARIS - ARLEA - UNEBA LOMBARDIA  le associazioni si mobilitano nuovamente per ottenere risposte.

Tra le richieste principali la possibilità di  formazione per gli OSS e il coinvolgimento di altre figure come l'educatore professionale; di tirocinio per i laureandi in Scienze infermieristiche all’interno delle strutture sociosanitarie; di somministrazione di farmaci anche da parte di altri operatori formati; l'assunzione di personale in quiescenza o lo snellimento delle procedure per l'integrazione di infermieri laureati all'estero; una deroga pro tempore dei requisiti per l'accreditamento.

 

Di seguito il testo integrale della lettera: 

Negli ultimi mesi è aumentato esponenzialmente il fabbisogno di figure sanitarie e infermieristiche unitamente con la difficoltà del relativo reperimento a tutti i livelli. Le inevitabili difficoltà dell’emergenza epidemiologica hanno acuito la già diffusa carenza di personale infermieristico nel panorama regionale e nazionale.

Il problema investe pesantemente tutta Italia, ma è particolarmente drammatico in Lombardia considerando anche la diffusa distribuzione sul territorio lombardo delle numerose unità di offerta della rete territoriale. Inoltre, va considerato quanto prospetta il PNRR con la creazione di nuovi modelli organizzativi (Case della Comunità e Ospedali di Comunità) e l’implementazione della figura dell’infermiere di famiglia e comunità, che amplieranno ulteriormente la richiesta di figure sanitarie e infermieristiche. A questi temi si aggiungerà l’impatto dei pensionamenti di una parte consistente dell’attuale popolazione infermieristica, la cui curva, raggiungerà il suo picco nel prossimo quinquennio. Per questa carenza occorre studiare e rilevare il fabbisogno di personale sanitario per il prossimo quinquennio, al contempo urge la necessità di rivedere alcune competenze esclusive dell’infermiere che potrebbero essere ragionevolmente assegnate ad altri operatori, e adoperarsi di conseguenza nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni.

  • Attivare al più presto la formazione per gli OSS come stabilito in Conferenza Stato-regione il 16 gennaio 2003, in modo da permettere agli OSS di svolgere le attività previste dall’allegato A. 
  • Promuovere il coinvolgimento di altre professioni sanitarie, in particolare dell’educatore professionale, nella possibilità di svolgere le attività di cui al suddetto allegato.

Ciò premesso, tuttavia, ci preme far presente la necessità immediata di trovare rimedio a una situazione che non può certo attendere il completamento di almeno un triennio di studi universitari. Si propone, in considerazione della drammatica impellenza in atto, possano essere adottati urgenti provvedimenti, ad esempio Circolare normativa o anche Ordinanza, che recepiscano i seguenti aspetti:

  • dare l’opzione agli studenti dell’ultimo o penultimo anno di formazione curriculare in Scienze infermieristiche di svolgere il tirocinio all’interno delle strutture sociosanitarie fino a completamento di un iniziale periodo di affiancamento agli operatori già in servizio;
  • riconoscere all’infermiere di poter assegnare ad altro operatore, adeguatamente formato e addestrato, dopo avere valutato la stabilità e le condizioni del paziente e anche la natura della terapia in essere, il compito di aiutare l'assistito all'assunzione del farmaco, così come peraltro si desume dal citato Accordo Stato-Regioni del 22/2/2001;
  • estendere, in caso di mancanza di personale infermieristico, in particolare per quanto concerne le realtà sociosanitarie per le quali non vige il criterio del mix assistenziale bensì (come nel caso degli Hospice) l’obbligo di erogazione di uno specifico minutaggio per figura professionale, la deroga pro-tempore relativa al rispetto degli standard sanciti dalla normativa sull’accreditamento, secondo il criterio già sancito dalla DGR 3016/2020, allegato 3 “Standard Personale” per il periodo dell’emergenza sanitaria;
  • estendere quanto riportato al punto precedente oltre il periodo dell’emergenza COVID in considerazione del fatto che la carenza infermieristica sia riconosciuta “forza maggiore”;
  • prevedere la possibilità per le strutture sociosanitarie di assumere personale in quiescenza, anche in deroga alle vigenti disposizioni legislative in materia;
  • semplificare il più possibile il reclutamento di professionisti a cui sia stato consentito l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie ai sensi dell’art.13 del D.L. 18/2020;
  • rendere possibile, per gli infermieri di effettuare, al di fuori dell’orario di lavoro e in deroga a quanto previsto in tema di esclusività del rapporto di impiego, attività professionale presso le strutture socio-sanitarie, eventualmente prevedendo anche un disciplinare per le modalità di svolgimento operativo;
  • efficientare e semplificare le procedure di riconoscimento dei titoli professionali conseguiti nei Paesi comunitari ed extracomunitari ai fini dell'esercizio delle attività professionali ex Decreto del Ministero della Salute 29 luglio 2010, n. 268;
  • garantire risorse economiche aggiuntive, anche nell’abito dell’interlocuzione già in corso, al fine di colmare l’incremento dei costi del personale, soprattutto per la parte infermieristica (dove nel sociosanitario nel 2021 abbiamo avuto un aumento medio delle retribuzioni degli infermieri superiore al 30%) in un settore con tariffe non sufficientemente remunerative e che non può aumentare troppo le rette.