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Economia sociale, Negrini: formidabile esperienza di innovazione

L’intervento della Vicepresidente di Federsolidarietà alla Fondazione Corriere della Sera in occasione del convegno “Un’altra economia è possibile”

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“Una formidabile esperienza di innovazione non solo sociale, ma anche istituzionale e normativa, che continua ad avere un grande potenziale da spendere”, così Valeria Negrini, Vicepresidente di Federsolidarietà nel suo intervento  al convegno  “Un’altra economia è possibile”, il dibattito organizzato  lo scorso 17 aprile da Fondazione San Patrignano, Fondazione Corriere della Sera e Banca Prossima, sull’economia solidale. Se l’esperienza pioneristica delle cooperative sociali ha rappresentato il fulcro dello sviluppo dell’impresa sociale in Italia, il successo, ha spiegato  Negrini, è stato determinato  da ”un processo di partecipazione e di appropriazione della dimensione economica e imprenditoriale realizzata prevalentemente, se non esclusivamente, da cittadini che si univano per affrontare problemi sociali”. Ma quali sono i fattori che hanno favorito la crescita di questo modello imprenditoriale in questi anni, nonostante la crisi? Secondo la Vicepresidente di Federsolidarietà il principale è la “motivazione”, ossia la finalità sociale:  l’inclusione dei soggetti più deboli, la giustizia sociale, l'equità economica, la solidarietà, la lotta alle disuguaglianze. Tra i punti di forza, ha sottolineato Negrini, non bisogna inoltre dimenticare la promozione di “un modello economico e distributivo più equo e partecipato” e “la capacità di coinvolgimento dei soci lavoratori e la loro partecipazione nelle scelte e negli orientamenti aziendali”. Secondo il Censimento ISTAT del 2011 negli ultimi 10 anni il numero delle cooperative sociali, con circa 12.000 imprese attive, è raddoppiato, così come il numero degli occupati. Una crescita significativa che costringe a riflettere sulle sfide future. “L'economia sociale – ha concluso  Negrini - potrà sviluppare tutto il proprio potenziale se potrà beneficiare di condizioni politiche, legislative e operative adeguate, tenendo in considerazione la ricchezza rappresentata dalla diversità delle organizzazioni dell'economia sociale e dalle loro specificità”.
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