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Festa del latte, la cooperazione tra gli esperti mondiali del Clal Dairy Forum

Il problema che sta più a cuore alla cooperazione è quello della stabilizzazione del reddito degli agricoltori

Categorie: News tecniche

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Bardolino (Verona), 29 maggio 2015 – La ‘festa del latte’ indetta oggi ad Expo si è svolta anche a 150 km da Milano, nel suggestivo scenario del lago di Garda, dove sono riuniti da ieri mattina gli esperti del latte di tutto il mondo per il Clal Dairy Forum, un summit per analizzare e discutere i principali scenari del comparto lattiero-caseario organizzato dalla società di consulenza specializzata Clal e giunto alla quinta edizione. Alla due giorni di lavoro ha partecipato una nutrita rappresentanza della cooperazione lattiero-casearia di tutto il mondo. Presente la cooperativa indiana Amul, la neozelandese Fonterra, che si autodefinsce una farmer owned coop, cooperativa i cui proprietari sono i 10.700 soci allevatori e che produce da sola l’86% del latte della Nuova Zelanda, insieme alle principali cooperative italiane che hanno preso attivamente parte al dibattito: la Plac, rappresentata dal presidente Baldrighi e dal vice Guarneri, la Cooperlat, la Latteria Soresina con il Direttore Aldo Cavagnolo, la Sant’Angiolina, Agriform con il Direttore Generale Nisio Paganin e Fedagri-Confcooperative, rappresentata dal Direttore Romiti e dal responsabile del Settore Isaia Puddu. Uno dei temi principali al centro del summit è stato quello del tema del post quote e la volatilità dei prezzi. La domanda mondiale di latte è destinata a crescere: si stima un +2% sino al 2023. Di contro a questo surplus produttivo – la produzione di latte in Ue si attesterà tra 10 anni sui 170 milioni di tonnellate – il deficit di latte nei paesi in via di sviluppo qual Cina e Sud Est asiatico è destinato ancora ad aumentare. Se da un lato sarà indispensabile quindi puntare con forza sull’aumento della quota export delle aziende italiane ed europee, dall’altro occorrerà lavorare per difendere la redditività dei produttori minata specie in Italia da una stagnazione dei consumi di latte. “Il problema che sta più a cuore alla cooperazione – spiega il direttore di Fedagri-Confcooperative Pier Luigi Romiti – è quello della stabilizzazione del reddito degli agricoltori. Per far questo occorre abbiamo bisogno di strumenti idonei quali i fondi mutualistici e le assicurazioni e di comprendere al tempo stesso strumenti finanziari come options e futures. Secondo grande obiettivo è puntare con determinazionae sull’efficientamento aziendale, che è una sfida importante: in tale ambito, lo studio delle best practices imprenditoriali e agronomiche può aiutare a rendere omogenei i comportamenti delle aziende socie di una stessa cooperativa e ad abbattere al tempo stesso i costi delle cooperative rendendole più competitive”.
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