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Riforma Terzo settore: sfide ed opportunità

L’intervento del Presidente di Federsolidarietà Lombardia Massimo Minelli all'incontro di ADM

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Milano 9/6/2015 - Riforma del terzo settore. Quali sfide e quali opportunità? A discuterne l’Associazione Democratici per Milano che lo scorso sabato 6 giugno ha coinvolto il mondo della politica e dell’associazionismo per affrontare i nodi cruciali della legge. A portare il punto di vista del cooperativismo, il Presidente di Federsolidarietà Lombardia Confcooperative e ACI welfare Lombardia, Massimo Minelli, che ha ricordato il contributo dato dal mondo della cooperazione sociale nella definizione del testo di legge. “Il terzo settore è una preziosa risorsa culturale e, per la prima volta, anche economica là dove all'art. 1 questi è chiamato a ‘valorizzare il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa’” ha sottolineato Minelli nel corso del suo intervento. “Un riconoscimento, quindi – ha continuato - dell'esistenza di una forma di economia, appunto quella del terzo settore, che pur rifacendosi alle leggi di mercato, si muove con una vocazione pubblica, tesa a ‘promuovere e realizzare attività di interesse generale, anche mediante la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale conseguiti anche attraverso forme di mutualità, in attuazione del principio di solidarietà’ (art.1)”. Il riconoscimento del ruolo nella costruzione di politiche pubbliche, la capacità di favorire forme di aggregazione, gli incentivi fiscali, il riconoscimento di impresa sociale ipso iure per le cooperative sociali, sono solo alcune delle opportunità che la nuova legge potrebbe offrire al terzo settore. D’interesse anche il coinvolgimento delle associazioni di categoria nella definizione di forme di autocontrollo e di "linee guida del bilancio sociale e dei sistemi di valutazione dell'impatto sociale " (art. 7 c.3). Minelli ha ricordato lo sforzo fatto per applicare il Libro V del codice civile a tutte le realtà del terzo settore che operano in ambito commerciale, ponendo fine a “una antipatica distinzione che tanti problemi ha creato anche in tempi recenti e tanto ha diviso lo stesso terzo settore”. “Non rimanere invischiati nella fase dei decreti legislativi” è invece il monito della cooperazione alla politica, “com’era già successo con la legge di riordino delle politiche sociali 328 del 2000” ha evidenziato Minelli. Sull'impresa sociale, riprendendo le considerazioni di Giuseppe Guerini, Presidente nazionale di Federsolidarietà, spesso intervenuto sul tema, Minelli ha affermato: “la discussione ora si porrà sulle modalità di remunerazione del capitale e sulle forme di divisione degli utili”, ricordando che “Federsolidarietà Lombardia resta favorevole a mantenere fermo il richiamo all'analogia con le cooperative a mutualità prevalente e al conseguimento degli obiettivi sociali, chiedendo quindi che sia limitato il richiamo a capitali privati, interessati solo ad intervenire nelle politiche pubbliche per massimizzare i propri profitti”. Ora il testo di riforma inizierà il suo percorso al Senato, una volta approvato, sarà poi compito del governo definire i decreti attuativi. “Un impegno importante da seguire per la Federazione, che continuerà a non fare mancare il proprio apporto costruttivo” ha concluso Minelli.
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