Milano 15/7/2015 – Anche la cooperazione sigla la Carta di Milano, il documento sul diritto al cibo per sensibilizzare il pianeta sul tema dell’alimentazione globale. A firmare l’ eredità immateriale di Expo Milano 2015: Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, Dame Pauline Green, presidente dell'International Co-operative Alliance e Toru Nakaya vicepresidente della JA Zenchu l’organizzazione cooperativa agroalimentare giapponese. La firma è avvenuta martedì 14 luglio 2015, nel corso dell’incontro conclusivo della tre giorni dedicata alla cooperazione e allo sviluppo dal titolo “Co-operatives: Empowering people for sustainable developmentand zero hunger”, promossa da Confcooperative all’interno di Cascina Triulza, il padiglione Expo della società civile. Oggi il 30% delle produzioni agroalimentari è realizzato da imprese cooperative che impiegano, nel mondo, 250 milioni di persone. In pratica, la 7 potenza economica, se tutte insieme fosse raggruppate in uno stato. Da motore di sviluppo, così, la cooperazione, secondo i suoi protagonisti, diventa il percorso da intraprendere per innescare la crescita nei Paesi poveri, che deve partire dai territori, mettendo in rete le persone. Lotta allo spreco, agricoltura sostenibile, sviluppo dei territori, sono però solo alcuni dei temi affrontati nel corso del meeting internazionale che ha visto protagoniste numerose cooperative da ogni parte del mondo, tra cui anche la lombarda Alpe del Garda di Tremosine. “La cooperazione non si rassegna al processo omologante che distrugge la distintività. Siamo chiamati a rispondere alla necessità di nutrire il pianeta nel rispetto dell’ambiente” ha affermato Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative. “Condividiamo il tema dell'alimentazione e crediamo nel ruolo della cooperazione - ha dichiarato il Commissario Unico Delegato del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala -Proprio il sistema cooperativo rappresenta una forma di eccellenza, un sistema in grado di dar vita ad importanti opportunità professionali e di dimostrare quanto l'Italia valga in creatività e capacità organizzativa”.