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Patto per lo Sviluppo, Alleanza della Cooperazione: “No alla centralizzazione dei fondi UE”

Patto per lo Sviluppo, Alleanza della Cooperazione: “No alla centralizzazione dei fondi UE”

Minelli : “senza sussidiarietà non c’è né sviluppo, né cooperazione”

Categorie: Primo PianoConfcooperative Lombardia

Tags: Stati Generali Patto per lo Sviluppo

Si sta concludendo la prima metà del mandato di questa consiliatura regionale, in un contesto segnato da forte incertezza per le imprese cooperative. Un’incertezza alimentata dalla complessa situazione geopolitica internazionale, a cui si sommano le preoccupazioni legate al futuro delle politiche europee di coesione e agricole — in particolare i fondi FESR, FSE+ e FEASR — alla luce del Quadro Finanziario Pluriennale recentemente proposto dalla Commissione Europea.

“Senza sussidiarietà non c’è coesione e quindi sviluppo, senza sussidiarietà non c’è economia sociale” questo il commento del copresidente di Alleanza della Cooperazione Lombarda Massimo Minelli, intervenuto oggi durante l’incontro degli Stati Generali - Patto per lo Sviluppo di Regione Lombardia con tutti gli stakeholder. Al centro del confronto la possibile perdita da parte delle regioni della gestione diretta dei fondi per le politiche di coesione e per la politica agricola comune. Minelli ha ribadito un netto no alla riduzione e centralizzazione di queste risorse strategiche che finora la politica comunitaria ha messo a disposizione delle regioni e dei territori per sostenere sviluppo locale, coesione sociale e competitività.

“Di fronte a questo scenario, serve uno sforzo straordinario di Regione Lombardia e delle sue politiche di bilancio, di avvicinamento e supporto dei cittadini, delle imprese e delle comunità lombarde – ha proseguito Minelli - si tratta di una sfida ambiziosa e impegnativa, che può essere affrontata soltanto se l’approccio al tessuto socio-economico lombardo si esplicita nella sua ricca molteplicità, peraltro così come previsto dalla politica industriale europea che inserisce tra i 14 ecosistemi, quello dell’economia sociale e della prossimità, di cui le imprese cooperative, in tutti i settori in cui operano, esprimono un rilevante ruolo di traino, ma a cui fanno riferimento anche le imprese sociali, le fondazioni, le mutue e le associazioni”.

“Siamo convinti che quest’approccio alla politica industriale sia quello che possa maggiormente aiutare gli ecosistemi industriali in maggiore affanno e difficoltà – ha affermato Minelli - e che allo stesso tempo possa supportare le sfide più rilevanti per le imprese cooperative”. Tra le priorità: la necessità di rafforzare la capitalizzazione delle imprese, anche attraverso strumenti innovativi di finanza alternativa; l’attivazione di nuovi regimi di aiuto su servizi specifici, con particolare attenzione ai SIEG (servizi di interesse economico generale) e al regolamento GBER; l’emergenza abitativa che colpisce sia i cittadini in attesa di un alloggio, sia le cooperative di abitanti e di costruzione, oggi penalizzate dal blocco del mercato immobiliare milanese; l’incertezza che grava sulla cooperazione agroalimentare, in particolare sul fronte dell’export e dei mercati globali; la qualificazione del lavoro di cura e il reperimento degli operatori del settore sociosanitario, insieme alla necessità di rivedere tariffe e sistemi di accreditamento delle unità di offerta; lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), da intendersi come veri strumenti mutualistici a supporto del bilancio energetico regionale; il potenziale dei workers buyout come strumenti efficaci per la gestione delle crisi aziendali, la tutela dei lavoratori e lo sviluppo delle MPMI.