Attuare buone pratiche agronomiche è un requisito fondamentale per il successo e la sostenibilità di un’impresa agricola. Grazie a una gestione agronomica attenta, è infatti possibile pianificare al meglio le attività, mitigare i rischi legati a eventi imprevisti e, in generale, promuovere un approccio strategico in grado di rafforzare la competitività aziendale.
Le 5 schede tecniche:
- Meccanizzazione e coltivazione
- Meccanizzazione e foraggicoltura
- Irrigazione
- Gestione degli effluenti
- Piano agronomico
Con l’applicazione delle migliori soluzioni disponibili ai vari processi aziendali, l’impresa adotta un approccio in direzione dell’aumento dell’efficienza delle operazioni, dell’ottimizzazione dell’uso delle risorse e della qualità dei prodotti.
Le cinque schede tecniche sulle buone pratiche agronomiche si inseriscono nell'ambito del progetto RESIST finanziato dal PSR LOMBARDIA 2014-2020, promosso da Promocoop Lombardia, società di servizio di Confcooperative Lombardia, il Consorzio Intercooperativo Servizi (CIS) e l'Università degli Studi di Milano.
Le pubblicazioni descrivono i principi alla base delle buone pratiche agronomiche di meccanizzazione (nelle fasi di coltivazione e foraggicoltura), irrigazione, gestione degli effluenti e formulazione di un piano agronomico, mettendo in rilievo gli obiettivi da realizzare attraverso queste pratiche e i loro impatti sul piano gestionale ed economico dell’impresa.
In particolare, grazie a buone pratiche di meccanizzazione come l’attuazione di tecniche conservative, l’adozione di un parco macchine adeguato con sistemi di guida satellitari e, laddove necessario, usufruire del supporto di tecnici specializzati, è possibile migliorare la qualità dei suoli, rendendoli più idonei alle colture. I benefici a livello economico consistono nel risparmio di costi e dei tempi di lavorazione.
Per quanto riguarda la fienagione, l’impiego di macchine in grado di raccogliere il prodotto in maniera corretta è un passaggio fondamentale per un buon insilamento dei foraggi. L’utilizzo di strumenti quali sensori per l’analisi dell’umidità consente poi di ridurre i tempi di attesa per verificare la qualità dei foraggi, con vantaggi economici dati dalla riduzione dei costi e dalla migliore appetibilità del prodotto.
In merito all’irrigazione, le buone pratiche consistono nella valutazione e nella scelta del metodo irriguo più adatto – possibilmente di precisione – sulla base dell’areale di coltivazione, della tipologia di suolo e della coltura. In questo modo, l’azienda può adottare le attrezzature necessarie per attuare il migliore sistema irriguo possibile, con notevoli risparmi in termini di acqua ed energia impiegate e, di conseguenza, di costi operativi.
Fondamentale, in un’azienda agricola, è poi l’adozione di buone pratiche per la gestione degli effluenti. Utilizzarli come concime organico consente di valorizzarli nel processo produttivo aziendale, e per fare questo al meglio è necessario individuare un sistema ottimale di gestione, dalla stalla fino alla distribuzione in campo. Fasi critiche per l’ottimizzazione del processo consistono nella scelta della pavimentazione più adeguata in stalla, in grado di combinare benessere animale e raccolta del materiale, la realizzazione di sistemi di convoglio, stoccaggio e trattamento degli effluenti, con particolare attenzione alla copertura delle vasche, nonché nella scelta della modalità di distribuzione in campo. In questo modo, è possibile risparmiare sui costi degli ammendanti, ridurre i tempi di distribuzione e valorizzare il materiale nel ciclo economico aziendale.
Infine, per la buona gestione aziendale è indispensabile formulare un piano agronomico che consente di delineare in maniera specifica la strategia aziendale. Buona pratica consiste nel suddividerlo in sottocategorie, come il piano di coltivazione, il piano di concimazione, il piano di utilizzazione agronomica degli effluenti e il piano di difesa, in modo da avere una visione più dettagliata dei singoli processi. Per una redazione accurata, è necessario tenere in considerazione alcuni aspetti fondamentali, come la definizione della rotazione colturale, adottare un approccio sito-specifico a livello di campagna, avvalersi del supporto di tecnici e strumenti digitali, e analizzare ciclicamente i suoli. Con questo approccio, è possibile aumentare la redditività dell’impresa e ottimizzare l’uso delle risorse.