Presso l’impianto del partner di progetto Sistemi Ambientali di Calcinate (BG), sono state allestite le prove su scala pilota per valutare l’efficacia dei biotensioattivi prodotti a partire dai rifiuti cerealicoli nel trattamento di terreni contaminati. Il test è stato condotto su un terreno contaminato da circa 4900 mg/kg s.s. di idrocarburi, trattato mediante processo di landfarming e processo bioelettrochimico (BES).
Nel dettaglio, per il test sul trattamento landfarming sono state allestite due andane da 4 metri cubi ciascuna, una coltivata in assenza di ramnolipidi, l’altra irrorata con una concentrazione di 50 mg/kg s.s. di ramnolipidi.
Figura 1 – Allestimento andane per landfarming
Il trattamento elettrochimico è avvenuto invece all’interno di un cassone contenente 8 metri cubi di terreno contaminato, diviso a metà da un setto metallico. Ciascuna metà è stata dotata di tre elettrodi in grafite collegati al sistema di alimentazione a 0,8 V. Una delle due metà è stata irrorata con 50 mg/kg s.s. di ramnolipidi, mentre nell’altra non sono stati aggiunti biotensioattivi.
Figura 2 – Allestimento cassone (E-cube) per trattamento elettrochimico
Il monitoraggio della concentrazione di idrocarburi pesanti (C > 12) nel tempo ha mostrato che l’aggiunta di ramnolipidi ha aumentato sensibilmente le cinetiche degradative nelle prime settimane di trattamento. Nel complesso, si osserva che le rese di rimozione degli idrocarburi dei processi testati sono confrontabili e, come attesto, sono fortemente influenzate dalla temperatura ambiente, con le basse temperature che rallentano fortemente il processo biologico.
Figura 3 – Confronto concentrazione C > 12 e temperature medie giornaliere.