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Centri per la famiglia, Regione Lombardia aggiorna le linee guida

Centri per la famiglia, Regione Lombardia aggiorna le linee guida

Stanziamento complessivo di circa 6,5 milioni

Categorie: Confcooperative Federsolidarietá

Tags: minori,   cantiereperilwelfare,   centri per la famiglia,   famiglia

Regione Lombardia (con delibera n.1507 del 13 dicembre 2023) aggiorna le linee guida dei Centri per la famiglia, prevedendo uno stanziamento complessivo di circa 6,5 milioni, di cui 4,2 milioni derivanti dal Fondo nazionale per la famiglia e la restante parte frutto di un’integrazione regionale.  

Il provvedimento (qui l’allegato), confermando l’organizzazione a rete dei Centri, prevede un modello strutturale costituito dai cosiddetti Hub e Spoke, anche con l’obiettivo di garantire la copertura territoriale o come Hub o come Spoke in ogni ambito/distretto. In particolare, il capofila ricoprirà il ruolo di Hub mentre i partner di Spoke.

Per l’assetto organizzativo, si tiene conto anche dei requisiti necessari previsti dalle Linee guida nazionali.

  • Assetto organizzativo – Hub e Spoke
    Hub (capofila)
    Nell’Hub si riconducono i servizi di base e il coordinamento gestionale e amministrativo di tutte le attività e la possibilità di svolgere anche i servizi integrativi;
    Spoke (soggetti partner)
    Nello Spoke si realizzano i servizi integrativi e altri corrispondenti ai bisogni delle famiglie del territorio di riferimento (sarà possibile anche realizzare i servizi di base legati all’ascolto/orientamento/accoglienza). Gli Spoke non potranno svolgere attività relative al coordinamento gestionale, alla gestione amministrative che sono di competenza esclusiva dell’Hub. Potranno, invece, effettuare l’attività di formazione e orientamento, sostituendosi alle competenze dell’HUB solo se rivolta a tutti gli operatori della rete.
    Fra i servizi integrativi rientrano attività laboratoriali/educative/ludiche e/o di socializzazione per adulti e bambini; di sensibilizzazione rivolta alla comunità (coinvolgendo anche le scuole); di conciliazione famiglia lavoro e di supporto ai carichi di cura; di supporto alle competenze genitoriali con particolare attenzione alle fasi di transizione del ciclo di vita familiare (adolescenza dei figli, malattie, separazioni e lutti). E anche attività rivolte ai minori, per contrastare la povertà educativa e l’esclusione sociale con particolare attenzione alla tutela dall’esposizione a contenuti violenti. 

Le reti  dovranno aggiornare protocolli operativi e procedure definendo chiaramente, ruoli, funzioni, competenze e livelli di collaborazione tra i soggetti partner di progetto prevedendo anche eventuali nuovi partner.

Sarà possibile, in base alle necessità di copertura del singolo territorio di ATS, incrementare la diffusione degli Spoke per garantire l’accesso a tutte le famiglie del territorio.

L’unità territoriale di riferimento per la distribuzione degli Spoke sarà l’Ambito o il Distretto mentre quella del capofila, comprendendo più Spoke, potrebbe estendersi su più ambiti/distretti.

Tutti gli interventi realizzati non dovranno sovrapporsi a quanto già presente sul territorio, ma potranno svilupparsi in una logica di complementarietà. Ad esempio, le azioni di orientamento e ascolto previste nell’ambito dei servizi di base, non dovranno sovrapporsi a quelle già previste dal segretariato sociale dei comuni e dai Consultori familiari, ma svolgeranno una azione di completamento e integrazione delle stesse.

Gli interventi e le attività promosse dai Centri dovranno essere realizzate in sinergia con la programmazione sociale territoriale degli Ambiti – Piani di Zona, al fine di rendere coerenti ed integrabili le azioni promosse in favore delle famiglie e dei minori dagli Ambiti territoriali.

  • Assetto gestionale e servizi offerti
    I Centri per la famiglia, seppur ad oggi gestiti da soggetti pubblici o da gestori di Unità di Offerta sociali o sociosanitarie o da altri servizi già esistenti, dovranno garantirne l’autonomia gestionale e organizzativa integrando i servizi già offerti secondo una logica di filiera e di complementarietà. Dovranno essere garantiti spazi dedicati e ben riconoscibili dalle famiglie seppur ad uso non esclusivo del Centro. Dovranno essere definiti i giorni e gli orari per l’utilizzo degli spazi in modo da informare la cittadinanza.
    Per la realizzazione degli interventi, si confermano i profili professionali già previsi dalla D.G.R. n. 5955/2021 dando rilievo alla costituzione di equipe multiprofessionali dove vengono integrate le diverse competenze e si favorisce il lavoro in rete tra gli operatori e le famiglie.
    In particolare, si evidenzia che le figure essenziali sono le seguenti:
    - Assistenti sociali dedicati alla decodifica del bisogno e all’orientamento;
    - Psicologi che non dovranno svolgere un’azione clinico terapeutica, ma di empowerment e sviluppo di comunità, di formazione e facilitazione dei processi e di costruzione di interventi psicosociali di tipo partecipativo; qualora vi fosse necessità di un’azione clinico specialistica dovrà prevedere modalità di invio a servizi dedicati quali i consultori familiari;
    - Pedagogisti;
    - Mediatori familiari che non dovranno effettuare la presa in carico ma fornire orientamento e supporto e, nel caso, invio ai servizi dedicati;
    - Educatori professionali.
  • Caratteristiche delle sedi e azioni di comunicazione
    Le sedi dei Centri per le famiglie dovranno essere luoghi accoglienti, riconoscibili e distinti da altri servizi pubblici territoriali e dotati di idonei accorgimenti per favorire l’accesso a persone con disabilità.
    È possibile che le attività si svolgano presso servizi già esistenti e, in tal caso, sarà necessario garantire momenti dedicati all’attività del centro.
    Qualora i servizi di base si realizzino all’interno delle case di comunità è importante che l’azione del Centri sia riconoscibile (attraverso cartelli e/o depliant).
    L’accesso al centro può avvenire o rivolgendosi direttamente al Hub o ad uno Spoke.
    Ogni Hub dovrà garantire, nel rispetto delle indicazioni di privacy e sicurezza, uno spazio dedicato all’accoglienza (a titolo di esempio, offra la possibilità ai genitori di accedere al centro anche con i loro figli, e sostarvi nei momenti di attesa quindi con aree attrezzate di gioco per i bambini), uno dedicato allo sportello informativo/di orientamento e di segreteria, uno spazio dedicato ai colloqui individuali, di coppia o di famiglia, uno spazio interno polivalente.
    Ogni Spoke, dovrà configurare i propri spazi in base alla tipologia dell’ente e alle attività che svolgerà garantendo riconoscibilità, accoglienza e privacy.
    I servizi possono essere erogati e garantiti anche presso altri luoghi messi a disposizione dal territorio (es. scuole, spazi comunali, sedi di altri enti, parchi e giardini).
    I Centri svolgono un’attività prevalentemente diurna (minimo 18 ore settimanali che potrebbero essere coperte a livello di rete, attraverso le aperture sia delle sedi Hub che delle sedi Spoke).
    Gli orari e le modalità di accesso o utilizzo degli spazi, come i giorni di chiusura, dovranno essere oggetto di adeguata campagna di comunicazione.
    Per rispondere a specifiche esigenze rilevate, nel rispetto delle specificità dei singoli gestori, il Centro valuta se svolgere attività anche nei giorni festivi o anche in luoghi diversi dalla sede del Centro.
  • Modalità attuative
    Il finanziamento verrà ripartito alle ATS lombarde per il 30% sulla base della popolazione residente (dati Istat 01 gennaio 2023) e restante 70% ripartito in parti uguali.
    Il contributo regionale riconoscibile per ogni progettualità (sia già attiva che nuova) sarà pari a massimo euro 70.000,00 per 12 mesi a partire dall’accettazione del contributo eventualmente prorogabili. Le risorse dovranno essere utilizzate per le progettualità già attive e per eventuali nuovi progetti nel limite del budget assegnato.

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