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Lombardia, migrazione e responsabilità

Lombardia, migrazione e responsabilità

L'editoriale del presidente Massimo Minelli 

Categorie: Primo PianoConfcooperative Lombardia

Tags: editoriale

Negli ultimi decenni, la Lombardia si è trovata al centro di una questione di portata nazionale ed europea: l'immigrazione. La cooperazione lombarda ha sempre dimostrato un impegno incondizionato nel rispondere alle emergenze degli ultimi 3 decenni legati al tema dell’accoglienza. È giunto il momento che le istituzioni lombarde prendano in mano la situazione e facciano un passo avanti verso una politica migratoria più razionale, umana e responsabile facendo leva proprio sul quel principio di regionalismo differenziato tanto invocato.


Noi abbiamo sempre fatto la nostra parte. Ci siamo mobilitati più volte con le istituzioni. Abbiamo denunciato, dopo 30 anni di “emergenze”, l’assenza, nella regione con la maggiore presenza di immigrati, di norme e risorse per un vero progetto d’integrazione. E abbiamo chiesto che si affrontasse anche a livello nazionale.

Ci siamo adoperati per ottenere una migliore qualità dei servizi attraverso l'adozione della carta della buona accoglienza. Abbiamo coraggiosamente cercato di isolare gli speculatori, che con il loro comportamento hanno offerto ai decisori politici nazionali l’occasione per dimezzare le rette di accoglienza, danneggiando l’integrazione e lasciando spesso le persone in balia di quel circolo vizioso “immigrazione-mafia-sicurezza” che ci ha portato fin qui.

 

Non abbiamo avuto paura. Abbiamo sollevato la voce contro leggi sulla sicurezza inefficaci e interessate a sfruttare le paure della gente. E non abbiamo mai cessato di dire, a più riprese, che la vita e la dignità delle persone non sono negoziabili. Mai.

 

Il paradosso. Oggi, la situazione è paradossale: la Lombardia, nonostante la sua posizione economica avanzata, si trova ad affrontare gravi carenze di manodopera in vari settori, a causa della mancanza di nuovi arrivi, complici anche gli effetti della pandemia da COVID-19. È ora di porre fine a una politica basata su posizioni ideologiche che sfruttano gli istinti peggiori delle persone.

 

Cambiare le politiche sull’immigrazione. La Lombardia è una delle regioni più dinamiche ed economicamente avanzate d'Italia. Sarebbe significativo che proprio dalla Lombardia si levasse un coro per un decisivo cambiamento nelle politiche sull’immigrazione: non più respingimenti alla cieca; una nuova legge che tenga presente una politica dei flussi seria e praticabile in grado di definire preventivamente gli ingressi nel Paese. Contestualmente una richiesta di mobilitazione del governo italiano in Europa per una corresponsabilità nell’accoglienza da parte di tutti i Paesi aderenti, con risorse significative per la cooperazione internazionale a partire dagli Stati che sono sulle principali rotte migratorie. Infine, l’assegnazione di risorse adeguate per realizzare concretamente percorsi di integrazione sociale e formazione al lavoro.

 

Il dialogo con la politica. Riconoscere che l'immigrazione va al di là di una singola dimensione è cruciale per aprire un dialogo politico significativo. In questo senso abbiamo apprezzato l’iniziativa del Consigliere Regionale Matteo Forte, presidente della II Commissione permanente - Affari istituzionali ed Enti locali, organizzatore dell’evento “Partire senza costrizioni. Liberi di rimanere - Il governo di un fenomeno epocale: l’immigrazione”. Finalmente un’analisi approfondita del fenomeno sulla traccia di modelli di convivenza possibili ed esperienze di cooperazione internazionale per il rimpatrio volontario assistito.

Solo attraverso una comprensione completa delle diverse sfaccettature del problema possiamo sviluppare programmi e politiche che affrontino efficacemente sia l'emergenza umanitaria legata agli sbarchi che le esigenze economiche connesse all'assenza di manodopera e alla regolamentazione dei flussi migratori. Questa è l’unica strada da percorrere. Dobbiamo lavorare insieme, la cooperazione è sicuramente la chiave per affrontare questa sfida.  

 

Massimo Minelli

Presidente Confcooperative Lombardia