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WORKERS BUYOUT, COSÌ RINASCE LA PATROLLINE DI ALTAVILLA

WORKERS BUYOUT, COSÌ RINASCE LA PATROLLINE DI ALTAVILLA
Frangi: “E’ una storia che racconta un’Italia che riparte. Che racconta di persone che vogliono rimettersi in gioco con le proprie risorse"

Categorie: Dalle Cooperative

Tags: cooperazione,   lavoro,   Workers buyout,   Patrolline Group,   crisi,   imprenditorialità

L'azienda è in fallimento? A salvarla ci pensano i dipendenti. Così, da semplici operai, i lavoratori della  Patrolline Group di Albavilla, in provincia di Como, si sono scoperti imprenditori. Il caso risale al marzo scorso, quando i proprietari di una importante  impresa, specializzata in sistemi antifurto nel settore automotive, decidono di chiudere l'attività.  Alcuni dipendenti non ci stanno, rilevano Aspi e Tfr e decidono di investirli insieme a qualche risparmio. Non tutti sono convinti del progetto e  da 17 rimangono in 9, neanche un mese dopo però, ad aprile, costituiscono la loro cooperativa, firmano il contratto d'affitto con l'azienda e si mettono in gioco per salvare il posto di lavoro.  

“E’ una storia che racconta un’Italia che riparte. Che racconta di persone che vogliono rimettersi in gioco con le proprie risorse, a conferma che lo strumento cooperativo è, soprattutto in tempi di crisi, lo strumento ideale per trasformare storie di 'crisi' in 'storie di successo'" ha spiegato il presidente di Confcooperative Insubria, Mauro Frangi presentando, lo scorso 4 settembre, il caso alla stampa.  

A illustrare il coraggioso percorso che ha portato alla costituzione della nuova attività, Angelo Chianese, che da responsabile commerciale è diventato l'amministratore della cooperativa. “Sapevamo di lavorare per un’azienda molto valida nel suo settore. Sapevamo di avere una grande credibilità nei confronti dei nostri importanti clienti, come Ducati e Kimco nel settore delle moto. Quindi sapevamo di avere un patrimonio che non doveva essere perduto. Questo ci ha dato la forza per fare il salto da dipendenti a imprenditori. La sfida più delicata era trasformare l’azienda in cooperativa garantendo la continuità dei rapporti con i clienti per non perdere, appunto, la credibilità e gli ottimi rapporti di fiducia reciproca che avevamo e che continuiamo ad avere con loro. In questo passaggio è stato fondamentale l’aiuto di Confcooperative che ci ha seguito passo passo”.