Via libera all’attività ispettiva sulle imprese sociali dopo l’approvazione da parte del Ministero del Lavoro dei modelli dei verbali per i controlli ordinari e le ispezioni straordinarie. Con il Dm del 14 febbraio 2023 (pubblicato il 30 marzo sulla Gazzetta Ufficiale) il Ministero dà così attuazione alle attività di vigilanza sulle imprese sociali, così come già disciplinate in dettaglio nel Dm 54/2022.
Chi fa i controlli?
Il contributo di vigilanza
Chi non paga il contributo di vigilanza?
Tipologia di controlli
Vigilanza Imprese sociali, cosa manca
Al fine di verificare il rispetto delle disposizioni previste le funzioni ispettive sono svolte dall'Ispettorato del Lavoro. I controlli ordinari possono inoltre essere affidati dal Ministero del lavoro ad associazioni ed enti associativi riconosciuti, limitatamente alle imprese sociali aderenti.
Tra queste le associazioni di rappresentanza, assistenza, tutela e revisione del movimento cooperativo e quelle con almeno mille imprese sociali che siano iscritte nel Registro delle imprese di almeno cinque diverse Regioni o Province autonome.
Il decreto in vigore dal 31 marzo scorso, oltre alla definizione delle forme e delle modalità ispettive, ha precisato tempi e prassi per il pagamento del “contributo di vigilanza”, ossia la contribuzione dovuta, sulla base del fatturato, per il sistema dei controlli.
Nello specifico le imprese sociali sono tenute a versare, tramite modello F24, il contributo per le spese relative al sistema di vigilanza.
I pagamenti dovranno essere effettuati entro 90 giorni dalla pubblicazione del provvedimento dell'Agenzia delle entrate e non più entro il 30 giugno di ogni anno.
Il contributo è dovuto dalle “imprese che nel 2022 hanno approvato il bilancio di esercizio relativo al 2021”, esonerando di fatto quelle costituitesi entro il 31 dicembre dello scorso anno.
I controlli saranno di due tipi:
- ordinari, da parte dell'ispettorato e delle associazioni di imprese riconosciute dal Ministero nei confronti delle aderenti;
- straordinari, esclusivamente a carico dell'ispettorato.
Nello specifico, nel verbale di controllo, l’ispettore dovrà rilevare i dati identificativi dell’impresa, la natura e le caratteristiche dell’impresa sociale e dell’attività svolta, gli assetti proprietari e le cariche sociali, l’analisi dello statuto e delle forme di coinvolgimento di stakeholder e lavoratori, la conformità dei bilanci, la tenuta dei libri sociali e contabili, l’assenza di scopo di lucro e di divieto di distribuzione degli utili, per finire con l’esito dell’attività di vigilanza.
Seppur imminente, c'è un ultimo tassello affinché la vigilanza diventi operativa. L'attesa è per il decreto interministeriale che detterà le regole sulla vigilanza delle imprese sociali in forma di cooperativa. L'atto eviterà la duplicazione dei controlli tenendo conto del fatto che questi enti sono già soggetti all'attività ispettiva ai sensi della legge sulla revisione delle cooperative.