A 100 anni dalla nascita di Giovanni “Albertino” Marcora (28 dicembre 1922 – 5 febbraio 1983), CFI Cooperazione Finanza Impresa ha ricordato in un convegno alla Camera la figura dell’ex ministro dell’industria, padre della legge sui workers buyout, le imprese in crisi salvate dai dipendenti in forma cooperativa.
Trentotto anni dopo la promulgazione della Legge Marcora molto è cambiato.
Da casi isolati, quasi eroici e emblematici, i workers buy out (WBO) – le imprese rigenerate dai lavoratori - si sono sempre più affermati come strumento possibile di risoluzione delle situazioni di crisi delle PMI.
Da anomalia sono diventati opportunità per molti.
Nel periodo dal 2012 ad oggi CFI – Cooperazione Finanza Impresa, è intervenuta a sostenere 92 imprese con 2.328 lavoratori coinvolti, realizzando investimenti diretti per poco meno di 46 milioni di euro.
Imprese che per ben l’86% dei casi sono risultate vincenti alla prova del mercato, superando le crisi che si sono succedute e che, nonostante il contraccolpo negativo subito negli anni della pandemia, hanno incrementato l’occupazione del 22% e il volume della produzione del 80,4%.
Indubbiamente i risultati della Legge Marcora parlano “da soli”.
586 imprese cooperative beneficiarie della Legge Marcora e partecipate da CFI - di cui ben 325 WBO - con poco meno di 322 milioni di investimenti complessivi. 27.205 posti di lavoro salvati o comunque sostenuti, di cui ben 9.954 nei WBO.
L’investimento pubblico per addetto è stato inferiore ai 12 mila euro: è la miglior riprova che investire sulla responsabilità e sullo sviluppo costa meno che garantire un anno di assistenza senza futuro.
Molte politiche pubbliche assorbono risorse decisamente più rilevanti di quelle destinate all’attuazione della Legge Marcora e, magari, non possono vantare risultati nemmeno comparabili.
Per questo - senza nessuna velleità di proporlo come l’unico o il solo modello di intervento di politiche attive per il lavoro e lo sviluppo delle PMI - ci pare debba essere valorizzato come una risorsa, un’opportunità in più, efficace ed efficiente, per contribuire a realizzare non solo sviluppo ed occupazione ma, attraverso la generazione di un’impresa cooperativa, costruire “bene comune” e generare “valore condiviso”.
Mauro Frangi, presidente di CFI Cooperazione Finanza Impresa e Confcooperative Insubria