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FORMAGGI CON LATTE IN POLVERE, LI CONSUMIAMO E NON LO SAPPIAMO

FORMAGGI CON LATTE IN POLVERE, LI CONSUMIAMO E NON LO SAPPIAMO

L'intervista a Cuori e denari (Radio24) di Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio di tutela Grana Padano

Categorie: Confcooperative FedAgriPesca

Tags: latte,   lattiero caseario,   latte in polvere,   Baldrighi,   Radio 24,   Ue,   Commissione Europea

Vietato produrre latte e formaggi utilizzando, anche solo in parte, latte in polvere. A stabilirlo è una legge italiana, la 138 del 1974, sotto accusa, da mesi, perché in contrasto, secondo la Commissione Europea, con la normativa sul libero scambio. A detta dell’Europa l’Italia dovrebbe adeguarsi al resto dei produttori e consentire l’utilizzo del latte in polvere  per i prodotti caseari. Dopo le polemiche e le proteste degli agricoltori, l’attenzione torna ancora sul tema della tracciabilità, “l’etichetta” con l'elenco degli ingredienti, per cui l’Ue non impone nessun obbligo, alle spalle dei consumatori ignari. A discuterne ai microfoni di Cuori e denari (Radio24), Cesare Baldrighi, Presidente del Settore lattiero-caseario di Fedagri-Confcooperative  e Presidente del Consorzio di tutela Grana Padano.   

“Noi ci troviamo all'interno di una legislazione comunitaria che permette l'utilizzo della polvere di latte per i prodotti lattiero caseari: formaggi e quindi anche yogurt”, ha spiegato Baldrighi. “Premesso che tutti i prodotti a denominazione di origine protetta sono fuori da questa polemica, poiché c'è l'obbligo imperativo di usare il latte della zona di produzione, e questo vale per il Grana Padano, per il Parmigiano, per il Gorgonzola, per il Taleggio, per l'Asiago – ha sottolineato Baldrighi - tutti i formaggi generici possono essere fatti anche con il latte in polvere”.

“La legislazione della Comunità Europea lo permette, la legislazione nazionale lo vieta. Questo crea due storture nel nostro mercato -ha continuato - una stortura è legata all'industria di trasformazione, che si trova in uno svantaggio competitivo nei confronti dell'industria che si trova fuori dall'Italia e che invece può usare questa tecnologia. La seconda distorsione sta sulle spalle del consumatore, che consuma prodotti importati dall'Europa potenzialmente fatti con il latte in polvere - non è detto che questa tecnologia venga da tutti utilizzata – senza esserne a conoscenza, perché non è evidenziato in etichetta».

"L'utilizzo del latte in povere è ammesso in tutta la comunità europea. In italia consumiamo circa 100 milioni di quintali di latte o equivalenti importati dalla comunità e potenzialmente prodotti con questa tecnologia. Sarebbe auspicabile vietarne l'utilizzo, non è una tesi all'ordine del giorno dell'Ue, ma la Comunità Europea ha aperto una porta importante sull'obbligatorietà di indicare l'utilizzo della povere nei prodotti lattiero caseari. Questa secondo me la strada maestra. Oggi li consumiamo e non lo sappiamo" ha concluso.

 

 

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