La crisi energetica sta mettendo in ginocchio anche la cooperazione. Ristorazione, agroalimentare, manifatturiero, logistica, costruzioni, servizi, distribuzione, cultura, turismo, banche, sociale e sanitario: tutti ormai devono fare i conti con bollette impazzite che rischiano di spazzare via esperienze nuove o ultradecennali, piccole, medie o grandi imprese tutte sotto shock per uno tsunami che non sta risparmiando nessuno.
E purtroppo gli interventi messi in campo dal governo, quando fruibili, sono palliativi, peraltro appesantiti da una burocrazia completamente disallineata dalla necessità e dall’urgenza che l’attualità richiederebbe.
Ma oltre i problemi quotidiani che le nostre imprese stanno già vivendo, presto dovranno fare i conti per chiudere e far quadrare i propri bilanci e capire come continuare a far fronte al pagamento delle bollette. Per questo motivo diventa necessario che l’Alleanza delle Cooperative Italiane si faccia promotrice, insieme alle altre organizzazioni di categoria, di chiedere un intervento normativo urgente che consenta di spalmare su più esercizi i sovracosti energetici, dettati da questa straordinaria contingenza e di allargare le garanzie pubbliche sul credito per far fronte al pagamento di gas e luce.
Questi interventi si aggiungerebbero ad alcune iniziative ed opportunità già messe in campo e su cui Confcooperative a tutti i livelli si è fortemente impegnata, come la misura “Spegni la bolletta” di Fondosviluppo, l’importante incremento delle tariffe regionali per alcune delle unità d’offerta sociosanitaria, la riapertura del Fondo sostegno al credito delle cooperative, l’attivazione della misura 22 del Programma di Sviluppo Rurale per le aziende agricole che operano in montagna nel lattiero-caseario (quindi socie di cooperative, in maniera preponderante).
Ma saremmo miopi se ci limitassimo a queste pur fondamentali iniziative e richieste, perpetrando l’errore di non affrontare alla radice il problema, la cui causa è di non aver mai avuto in Italia una politica energetica.
La cooperazione da tempo ha scelto di investire sulle fonti rinnovabili e per questo che da tempo sta insistendo affinché il Governo ultimi il quadro normativo sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
È quanto abbiamo voluto dire nell’ambito del convegno sulle comunità energetiche rinnovabili del 13 ottobre scorso, organizzato da Alleanza della Cooperazione Lombarda in Regione Lombardia. Solo da una svolta radicale, solidale e mutualistica, si potrà cambiare veramente pagina, imboccando con serietà la via della sostenibilità, che, soprattutto in questo caso ed in questo momento, si coniuga anche con minori costi per le imprese.
E qui si innesta un discorso più generale, su cui anche il Presidente Piero Bassetti, partecipando ai lavori del Consiglio di Confcooperative Lombardia, ci ha voluto sollecitare. La società capitalista, per come l’abbiamo conosciuta finora, è al suo capolinea, perchè, poggiando esclusivamente sul mito della competizione e del mercato, ha finito per spedire l’umanità su un binario morto, essendo ormai tutti travolti da un individualismo incalzante, disuguaglianze crescenti, insostenibilità ambientale. Solo un forte recupero della leva dei valori del mutualismo e della collaborazione potrà assicurare una prospettiva e un futuro al pianeta.
Ecco allora l’innesco al movimento cooperativo: come, a cavallo del XIX° e XX° secolo, ha saputo interpretare in modo innovativo i cambiamenti dell’epoca, garantendo equità economica e dignità al lavoro, così ora la cooperazione può offrire un modello di sviluppo avanzato. Ma per fare questo deve sapere intrecciare le nuove transizioni epocali in corso, quella digitale e quella ecologica, aggregando persone, imprese e comunità intorno ad organizzazioni partecipative e democratiche.
Il nostro direttore regionale, Enrico De Corso, ha scritto un libro molto interessante edito da Guerini Next , dal titolo evocativo “Davide e Golia” proprio sul tema mutualismo e digitalizzazione. Un libro capace di raccogliere dalla tradizione l’insegnamento necessario per posizionare la cooperazione sulle soglie del “non ancora” che il tempo attuale sta iniziando a percepire. Un libro che invito tutti a leggere per avere ancora più chiara la posta in gioco.
Ma anche i contenuti dei lavori del 13 ottobre scorso hanno rivelato la profonda dimensione mutualistica delle prime esperienze di comunità energetiche rinnovabili; un invito a tutte le cooperative a ripensarsi in chiave sostenibile.
Siamo consapevoli che non abbiamo più troppo tempo per cambiare il corso della storia. Il movimento cooperativo deve lasciarsi alle spalle tutto ciò che rallenta il cammino verso una maggiore unità e acquisire una più profonda consapevolezza del ruolo che è chiamato a giocare e della responsabilità di cui deve farsi carico. Se riuscirà ad interpretare bene questo snodo, incrociando lo spazio che la storia gli riserva, troverà anche la chiave per potenziare ed accelerare la crescita in atto in termini qualitativi e riuscirà ad invertire la tendenza degli ultimi 15 anni, tornando a crescere come movimento anche da un punto di vista quantitativo.
Massimo Minelli,
presidente di Confcooperative Lombardia