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Confcooperative Federsolidarietà Lombardia a Ledha: "La maggior parte delle strutture per disabili impegnate a tutelare salute e diritto alla socialità"

Confcooperative Federsolidarietà Lombardia a Ledha: "La maggior parte delle strutture per disabili impegnate a tutelare salute e diritto alla socialità"

La replica della presidente Valeria Negrini: "Alcuni episodi da condannare, ma non si può generalizzare"

Categorie: Confcooperative Federsolidarietá

Tags: welfare,   Disabilità

“Abbiamo letto la lettera inviata da Ledha al Garante delle persone private della libertà personale dello scorso 4 febbraio, lettera nella quale si denunciava “la situazione di sostanziale privazione della libertà personale a cui sono sottoposte le persone con disabilità che vivono nei servizi residenziali in Lombardia” motivata dalla constatazione che i “gestori” delle Unità di Offerta non si adoperassero a garantire possibilità di relazione e di vita sociale per la salvaguardia del benessere e della salute delle persone con disabilità ospiti delle strutture residenziali.

Non ci permettiamo di contestare quanto denunciato da Ledha, e cioè che ci siano situazioni di criticità tali da ritenere opportuno rivolgersi al Garante. Tuttavia contestiamo con forza l’immagine che da quella lettera sembra risaltare, e cioè che il mondo degli “Enti Gestori” sia composto da organizzazioni che, con l’obiettivo (o la scusa -come sembra trapelare dalla lettera di Ledha) di tutelare la salute, mettano in atto sistematicamente azioni di privazione della libertà delle persone con disabilità loro affidate. Un esempio concreto – senza richiamare principi e valori cui il Terzo Settore si ispira e che vanno nel segno del rispetto, della tutela, della promozione delle persone e dei loro diritti, a partire dalle più fragili – può essere rappresentato, tra i tanti, dal report relativo ad un primo bilancio dell’applicazione della Legge 112/2016 (la cosiddetta “Dopo di Noi”) sul territorio lombardo; Legge che, ricordiamo, aveva tra i principali obiettivi l’emancipazione dei figli dai genitori attraverso innovativi percorsi di co-abitazione.

Il Forum Terzo Settore della Lombardia, nell’ambito del monitoraggio dell’applicazione della Legge 112, ha collaborato con Regione nel raccogliere dati che costituiscono una prima fotografia dei percorsi di co-abitazione sostenuti dai Fondi Dopo di NOI. Al 31 dicembre 2020, dopo due anni e mezzo circa di co-progettazione territoriale attivatasi con il primo ed il secondo programma operativo regionale Dopo di NOI, sono attive in Lombardia 91 coabitazioni che hanno consentito a 330 persone con grave disabilità certificata ai sensi dell’art. 3 comma 3 della Legge 104 di avviare o consolidare un progetto per la vita adulta. Gruppo Appartamento, Co-housing, appartamenti autogestiti: tutte soluzioni promosse, accompagnate, sostenute per il 73% da Enti del Terzo Settore, con una netta prevalenza di cooperative sociali. (Ci preme sottolineare anche l’impegno, numericamente consistente, svolto dalla cooperazione sociale di inserimento lavorativo aderente a Confcooperative-Federsolidarietà, che consente ad oltre 5.800 persone con disabilità o con altre fragilità di trovare nel lavoro un’occasione fondamentale di emancipazione e realizzazione).

Quelle stesse realtà accusate genericamente (e per questo ingenerosamente) di essere delle istituzioni segreganti, sono le stesse che in questi anni hanno portato avanti e concretizzato, anche tra mille difficoltà – tra cui ad es. la pandemia da Sars-Cov-2 -  le finalità della Legge, provando a dare un modello di risposta aggiuntiva, per alcuni aspetti integrativa e sicuramente innovativa al modello dei servizi residenziali. E’ il risultato di un lavoro costante e determinato, portato avanti insieme ad Anffas Lombardia, svolto insieme alle persone con disabilità, alle loro famiglie, ai servizi e alle istituzioni in un’ottica di corresponsabilità.

C’è quindi amarezza nel constatare che alcuni episodi discutibili e sicuramente condannabili siano stati generalizzati nel rappresentare un mondo che invece, anche durante il periodo pandemico si è adoperato in mezzo a innumerevoli difficoltà – che peraltro ancora permangono - per tutelare la salute delle persone con disabilità insieme al loro diritto di socialità e relazione”.

Valeria Negrini, presidente Confcooperative Federsolidarietà Lombardia