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Il mercato delle carni bovine, ovicaprine e avicunicole, produzione e consumo 2020

Il mercato delle carni bovine, ovicaprine e avicunicole, produzione e consumo 2020
I dati dell’Osservatorio agroalimentare lombardo

Categorie: Confcooperative FedAgriPesca

Tags: agroalimentare,   Osservatorio

Pubblicato il Quaderno n.16 di ottobre 2021 dell’Osservatorio Agroalimentare Lombardo, elaborato da ERSAF e Regione Lombardia, in cui vengono illustrati gli andamenti di produzione e consumo nel 2020, a livello globale, continentale, nazionale e regionale, di carni bovine, ovicaprine e avicunicole

 

La crescita del consumo di prodotti di origine animale continua ad affermarsi in tutto il mondo. Il patrimonio bovino mondiale nel 2020 è cresciuto rispetto al 2019. Gli incrementi hanno interessato principalmente gli allevamenti del continente americano, in Europa (UE-28) si registra invece un calo intorno al punto percentuale. Per la produzione delle materie prime necessarie all’allevamento, vi è necessità di impiego di ingenti quantità di risorse di terra, acqua, lavoro, ed energia. Le produzioni intensive non possono essere accantonate poiché la popolazione è in continua espansione e la domanda alimentare continua imperterrita la sua crescita. D’altro canto però, i cambiamenti climatici si manifestano sempre più di frequente e occorre adottare sistemi produttivi sostenibili. 

 

Per quanto concerne la produzione di carne bovina, nel 2020 si registra un incremento a livello mondiale dell’1,5 % rispetto al 2019, l’UE-27 conferma il trend negativo (-0,5%); gli stessi valori rispecchiano la situazione dei consumi. Per quanto riguarda l’Italia, nel 2020 c’è stato un aumento dei capi allevati (+0,4 %, circa 20.000 unità in più), nonostante un -0,2 % del numero di vacche da latte. La produzione di carne bovina italiana nel 2020 subisce un calo del 6,1 %, così come i prezzi, -2,9 %, contro il -2,3 % UE-28, che però restano i più alti di tutta l’Unione (370,23 /q.le). 

Il consumo di carne bovina da parte degli italiani crolla nel 2020 di un -16,6 %, anche per effetto della pandemia e della chiusura dei ristoranti. Le importazioni sono aumentate nel caso dei bovini vivi (+31,7 %) e diminuite per la carne (-9,4 %). 

In Lombardia il patrimonio bovino regionale ha mostrato un progresso del +1,4% rispetto al 2019, il parco riproduttori, vacche da latte, ha segnato un aumento più importante (+7,7%), a Cremona le vacche da latte sono aumentate addirittura del 28,4%. Diventa più corposo anche il patrimonio bufalino grazie a un +5,6%. 

 

Il patrimonio ovino mondiale risulta anch’esso in aumento (+4,6%), così come quello caprino (+1,6%), con la Cina, la Nuova Zelanda e l’Australia a farne da padrone. A livello comunitario il numero di capi allevati non subisce grosse variazioni, al contrario dei consumi che calano in maniera considerevole. L’Italia vede un aumento del numero di capi ovini del +0,5 %, caprini +0,7 %, ma un calo delle produzioni e dei consumi rispettivamente del 8,7% e del 19,6%. In Lombardia il patrimonio ovino diminuisce del 6,6%, quello caprino del 4,5%. 

 

Per quanto concerne gli avicoli, nel 2020 sono aumentate le produzioni, i consumi e gli scambi a livello mondiale. La FAO ritiene che tali andamenti dipendano dall’aumento della popolazione, dalla crescita del reddito pro capite e dall’urbanizzazione. In contro-tendenza in UE, si assiste a un calo del 1,1% della produzione, con la Polonia principale produttrice. In Italia aumentano le macellazioni e il settore avicolo nazionale rimane l’unico comparto autosufficiente della zootecnia italiana. La Lombardia si conferma la terza regione produttrice dietro Veneto ed Emilia-Romagna, nel 2020 però mostra un calo delle macellazioni dopo 5 anni di crescita sostenuta. Ovviamente a farla da padrone sono polli, galline e tacchini (99%), seguite a lunga distanza da anatre, faraone e oche. A livello regionale cala anche il numero d macellazioni di selvaggina. 

In Italia l’import/export della carne di coniglio rallenta ma aumenta di poco il numero di macellazioniin Lombardia l’incremento di queste ultime è notevole rispetto agli anni precedenti.