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Impresa e solidarietà, insieme si può. Cooperando

Impresa e solidarietà, insieme si può. Cooperando

L'editoriale di Massimo Minelli, presidente di Confcooperative Lombardia

Categorie: Primo PianoConfcooperative Lombardia

Tags: cooperazione,   solidarietà,   impresa

Tenere insieme impresa e solidarietà, in un contesto economico, è una delle sfide cardine del presente che già viviamo, ma anche del prossimo futuro. Come farlo? Una delle strade è sicuramente quella della cooperazione, filo rosso che può e deve legare in maniera indissolubile questi due aspetti, intercettando e interpretando i numerosi cambiamenti in corso.

Iniziati ben prima dello scoppio della pandemia, questi cambiamenti hanno avuto sicuramente un’accelerazione prepotente con il Covid. Se la cooperazione esprime un valore di relazione e tensione a stringere Alleanze, intese come atti per trovare mediazioni e procedere insieme, la sfida si è resa più palese nella fase acuta del Covid.  E non è un caso che, proprio in questo periodo, in Lombardia sia decollata l’Alleanza della cooperazione, a partire da quelle battaglie su come affrontare la fase più acuta della pandemia.

Non possiamo del resto non tenere in conto che, per la prima volta nella storia recente, assistiamo alla nascita di nuove forme di economia della condivisione spesso catalizzate dalla rivoluzione digitale tuttora in corso: start up innovative, anche a vocazione sociale, imprese sociali, nuove formule organizzative e di coesione dai cosiddetti lavoratori “non standard” a partire dalle professioni, società benefit. Vi sono poi i cambiamenti legati all’innovazione nel tentativo di percorrere strade nuove anche attraverso la tecnologia, provando a tenere insieme le piccole e medie imprese. Questa economia della condivisione catalizzata dalla nostra nuova era digitale sta portando ad un’accelerazione progressiva dei processi in atto: l’Europa è sempre più attenta a riconoscerla, posizionarla e incanalarla come antidoto ad una visione di mercato puro, che, com’è sotto gli occhi di tutti, esce perdente dalla sfida della modernità. Sfida che chiede di affiancare ai valori economici la dimensione della sostenibilità. In questo senso la cooperazione gioca una partita importante, valorizzando le reti Europee in cui è inserita, concretizzando così quella dimensione del glo-cale di cui parla spesso anche Papa Francesco.

 Tenendo conto di tutti questi fattori, è chiaro, che, oggi più che mai, diventa centrale il riuscire a dilatare l’esperienza sempre più cooperativa del lavoro in modo tale da far coincidere gli interessi della collettività con la gestione del capitale e dei mezzi di produzione, generando nel mezzo un modo nuovo di relazione diverso da quella competizione “schiacciasassi” che esclude qualunque riferimento al rispetto e alla solidarietà tra le persone. E provando così anche a mettere in stretta relazione mondi oggi ancora distanti, attraverso una modalità non più individuale ma cooperativa, dove il bene del singolo, per essere moltiplicato, deve rispettare e svilupparsi con il bene di altri. L’umanità ha bisogno di sviluppare cooperazione.

Il movimento cooperativo potrà essere protagonista delle nuove sfide che si stanno profilando?

La risposta è “certamente sì”, a condizione che sappia interpretare al meglio i cambiamenti in corso, che abbia il coraggio di insistere sui percorsi di Alleanza intrapresi e di ampliarli, e che sia curioso di interrogarsi e mettersi in gioco rispetto alle forme di cooperazione (anche nuove) che cittadini, imprese e comunità proseguiranno a generare e sperimentare nel segno dell’innovazione e dell’apprendimento continui.  Il futuro è nelle nostre mani, per dargli forma (e sostanza) dobbiamo affrontare queste nuove sfide, valorizzando i principi e i valori propri della cooperazione, tutti insieme.


Massimo  Minelli
presidente di Confcooperative Lombardia