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Agricoltura, Perini (Confcooperative FedAgriPesca Lombardia): “Strategie condivise per fronteggiare il mercato”

Agricoltura, Perini (Confcooperative FedAgriPesca Lombardia): “Strategie condivise per fronteggiare il mercato”

È intervenuto alla presentazione dell’analisi congiunturale del 1° semestre 2021 per il settore agricolo lombardo, realizzata da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia

Categorie: Confcooperative FedAgriPesca

Tags: agroalimentare

L’aumento dei prezzi delle materie prime e dei costi di produzione sta avendo un forte impatto sulle imprese agroalimentari, creando criticità che riguardano tutti gli attori coinvolti. È una situazione che durerà ancora a lungo. Anche per questo è necessario farvi fronte ora: servono soluzioni e strategie condivise, strutturali e di filiera, per trovare un nuovo equilibrio e una via d’uscita da queste difficoltà. Le cooperative sono già in moto in questa direzione, come sempre al fianco dei loro soci”.  Lo ha sottolineato Fabio Perini, presidente di Confcooperative FedAgriPesca Lombardia, durante il suo intervento di ieri alla presentazione dei risultati dell’analisi congiunturale del primo semestre 2021 per il settore agricolo lombardo, realizzata da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia con il supporto del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano.

Il contesto di instabilità e incertezza dei mercati, accentuato dall’incremento dei prezzi delle materie prime e dei costi di produzione, va di pari passo con un’attenzione sempre più forte verso il tema della sostenibilità delle filiere e del benessere animale. E allo stesso tempo, con un interesse sempre più spiccato dei consumatori verso prodotti che si portano addosso questi requisiti – ha evidenziato Perini - Questo provoca da un lato dinamiche positive sui mercati esteri, con l’export di alcuni prodotti in crescita, dall’altro, sul fronte della domanda interna, una maggiore consapevolezza e maturità che si porta dietro la necessità di trovare anche nuovo strategie e modalità di valorizzare i prodotti, anche su nuovi mercati”.

Ormai da tempo le cooperative, assieme ai propri soci, sono al lavoro su questi temi, che sono centrali anche nella nuova PAC e rappresentano una sfida per tutto il settore agroalimentare. Occorre continuare a lavorare insieme per trasformare queste sfide in opportunità, opportunità che sono già presenti nella stessa PAC e nei Programmi di Sviluppo Rurale – ha dichiarato il presidente di Confcooperative FedAgriPesca Lombardia - Per i PSR, le risorse previste nella nuova PAC, anche se minori rispetto al passato, sono strutturate per dare risposte a esigenze più complesse, quali quelle che si stanno profilando nel comparto agroalimentare: sono orientati a progettualità integrate, che tengono insieme le nuove sfide del Green Deal.  Noi, come cooperazione, siamo pronti a fare la nostra parte anche in questo ambito, sfruttando i nuovi strumenti che saranno a disposizione per gli agricoltori, continuando a svolgere un ruolo di primo piano”, ha concluso Perini. 


I risultati dell'analisi congiunturale

Come anticipato, ieri sono stati presentati a Pavia nella sede della Camera di Commercio i risultati dell’analisi congiunturale del primo semestre 2021 per il settore agricolo lombardo, indagine promossa da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia, in collaborazione con le Associazioni regionali dell’Agricoltura e della cooperazione agroalimentare. 

Nei primi sei mesi del 2021 il comparto agricolo lombardo risente in misura ancora rilevante degli effetti della pandemia, per via delle restrizioni in vigore in settori che contribuiscono indirettamente alla creazione del valore aggiunto agroalimentare (ristorazione, ricezione, intrattenimento, istruzione). A questi effetti, evidenti soprattutto per alcune produzioni posizionate nelle fasce alte del consumo, si aggiungono le difficoltà create dalle tensioni crescenti sui mercati delle materie prime e dei semilavorati, che rischiano di compromettere la redditività delle imprese agricole. La crescita dei costi di produzione colpisce in maniera trasversale tutti i comparti dell’agricoltura regionale per via dei rincari di energia e petrolio, che si ripercuotono anche su fertilizzanti e fitofarmaci, e delle difficoltà di approvvigionamento per quanto riguarda macchinari e pezzi di ricambio. Gli effetti più gravi si sono scaricati sulla zootecnia, che rappresenta il cuore dell’agricoltura lombarda, per via del rally senza precedenti delle quotazioni dei cereali e degli altri alimenti che compongono la razione animale.

Nonostante queste difficoltà, il settore conferma la sua capacità di resilienza e gli indicatori di fatturato e redditività mostrano comunque un lieve progresso rispetto alla seconda metà del 2020, anche per via del buon andamento delle quotazioni dei principali prodotti. L’export agroalimentare mostra inoltre una decisa ripartenza, raggiungendo nei primi 6 mesi dell’anno un tasso di crescita a due cifre dopo lo stallo dell’anno precedente.

 “Lo stato di salute dell’agricoltura lombarda è solido: lo confermano sia i consumi interni che l’export vigoroso, a testimonianza di quanto sia importante avere una base forte e diversificata di imprese e produttori. – dichiara il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – Le aziende si sono adattate in fretta al nuovo scenario ma ci sono ancora tensioni sui prezzi - sia per i maggiori costi dei fattori di produzione che per la contrazione dei consumi fuori casa - mentre nel primo semestre manca ancora in gran parte il canale HoReCa.”

“I numeri fanno capire l’importanza di tutto il comparto agroalimentare per l’economia della Lombardia – ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi – Ora il tema da affrontare con più urgenza è quello relativo all’aumento dei costi di produzione. Nel frattempo, dobbiamo proseguire con gli investimenti legati alla comunicazione della qualità e della sicurezza alimentare dei nostri prodotti e all’innovazione, per coniugare sostenibilità ambientale e redditività delle aziende”.

 “I dati dell'analisi congiunturale agricola mostrano un’agricoltura pavese che ha dimostrato di saper resistere alle tante difficoltà seguite alla pandemia da Covid 19 e la supportano in una cauta speranza per il futuro. L’eccellenza del settore è stata di certo la chiave di volta per superare la crisi ed è su questo punto che, insieme ad Unioncamere Lombardia e a Regione Lombardia, la Camera di Commercio di Pavia sta lavorando per sviluppare politiche di valorizzazione dei prodotti in stretta connessione con la valorizzazione del territorio di origine, nell’ottica di agevolare le imprese in politiche di marketing efficaci. Ne sono esempio il progetto di marchio di “Riso Carnaroli da Carnaroli pavese”, il progetto di “Valorizzazione della filiera del vino di qualità dell'Oltrepò Pavese” e il bando a sostegno dell'apicoltura” conclude il Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Pavia, Giovanni Merlino.

Il risultato complessivo dell’agricoltura regionale è il risultato di dinamiche settoriali differenziate:

·      il lattiero-caseario beneficia del buon andamento della domanda mondiale e dei prezzi delle principali produzioni, che si mantengono sopra i livelli dello scorso anno. Il rincaro dei mangimi non consente però di sfruttare appieno le condizioni favorevoli del mercato;

·      le quotazioni delle carni suine mostrano un andamento positivo sia nel circuito DOP che non DOP, ma anche in questo caso la redditività risulta compressa dall’impennata dei costi produttivi;

·      le carni bovine evidenziano i risultati peggiori nel comparto zootecnico, senza riuscire a recuperare rispetto alla situazione difficile del 2020: la lieve crescita delle quotazioni e la stabilità dei consumi non permettono di compensare i maggiori costi per l’alimentazione animale;

·      i cereali rappresentano il settore in maggiore salute, per via dei record raggiunti dai prezzi di mais e frumento, che dovrebbero rimanere elevati anche nei prossimi mesi permettendo di assorbire senza problemi i rincari degli input produttivi;

·      il vino continua a soffrire le limitazioni del canale Ho.Re.Ca, sebbene le valutazioni siano in miglioramento rispetto a un 2020 estremamente negativo, anche grazie alla diversificazione dei canali distributivi; i prezzi hanno mostrato alcuni segnali di ripresa, che però non si sono estesi a tutte le denominazioni.

 

 

 

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