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Workers buyout, crisi e lavoro, l’intervista del presidente Minelli su Avvenire Milano

Workers buyout, crisi e lavoro, l’intervista del presidente Minelli su Avvenire Milano

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Categorie: Primo PianoConfcooperative Lombardia

Tags: lavoro,   Workers buyout,   crisi,   covid,   autoimprenditorialità,   pandemia,   blocco licenziamenti,   rassegna stampa

Sulle pagine di oggi di Avvenire Milano l'intervista a Massimo Minelli, presidente di Alleanza della Cooperazione Lombarda (Confcooperative, Legacoop e Agci) e Confcooperative Lombardia. 

Dalle imprese rilevate dai lavoratori, alla crisi, dal blocco dei licenziamenti alle politiche per rilanciare il lavoro. Una riflessione sul modello cooperativo dei workers buyout per  far ripartire le attività colpite dalla pandemia. Sull'assistenzialismo: logica "va superata", "risorse vanno dirottate su politiche attive del lavoro serie, mirate. Persone e lavoro devono tornare al centro".

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A luglio ripartiranno i licenziamenti. C'è chi auspica il prolungamento del blocco. Qual è la posizione in materia e quali le proposte dell'Alleanza della Cooperazione Lombarda?

Bisogna essere chiari su questo punto, il blocco dei licenziamenti non è la soluzione alla crisi. Per contro non è pensabile assecondare chi chiede immediata ‘libertà di licenziamento’. Non abbiamo bisogno in questo momento anche di una crisi sociale. Va superata però la sola logica dell’assistenzialismo, le risorse vanno dirottate su politiche attive del lavoro serie, mirate. Persone e lavoro devono tornare al centro.

Di recente l'Alleanza ha siglato un'intesa con Cgil, Cisl e Uil Lombardia per promuovere insieme il cosiddetto workers buyout. Perché guardate con favore a questa soluzione?

Perché l’alternativa è chiudere, è rimanere a casa. Il modello delle imprese acquisite e rigenerate dai lavoratori in cooperativa è un’opportunità. E non parliamo per forza di aziende in fallimento, ma di situazioni in cui semplicemente l’azienda chiude perché non ci sono figli o nipoti che vogliono o possono mandarla avanti. C’è poi il tema delle imprese confiscate che potrebbero rinascere proprio grazie a questo strumento. I lavoratori, diventando soci, eviterebbero così la perdita del lavoro assumendosi la diretta responsabilità dell’impresa e assicurando la continuità anche di importanti segmenti produttivi.


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