Covid e crisi economica, due fenomeni, una sola vittima: le donne. Posti di lavoro persi, due terzi in un anno; imprese femminili in calo, femminicidio. Sono facce di una stessa medaglia. Da un lato l’assenza di politiche di conciliazione a sostegno di lavoratrici e imprenditrici che gravate dall’esclusiva responsabilità della cura familiare sono state costrette ad abbandonare le loro attività. Dall’altra l’isolamento, accompagnato spesso da precariato o peggio dall’assenza di indipendenza economica, che ha silenziosamente condannato le donne vittime di abusi nelle mani dei loro aguzzini. Oggi non c’è più tempo, servono sostegni, serve una politica lungimirante, servono risposte. La chiave è l’indipendenza, perché nessuna donna sia costretta a scegliere tra prendersi cura di chi ama e il lavoro, nessuna donna sia costretta a dover subire.
Si continua a dire che i numeri sono mostruosi ma non ci sono fondi a disposizione, non c’è una capillarità di Centri antiviolenza che consentano alle donne di chiedere aiuto ed è certo ridicolo che questo problema sia demandato a volontari. Perché ricordiamolo, le donne non denunciano perché sentono di essere abbandonate.
La violenza non ammette il nostro silenzio. Tanto dobbiamo ancora fare e i numeri lo dimostrano. Bisogna educare i nostri figli al rispetto e le nostre figlie a non accettare. L'amore non ti fa male. La Cooperazione da sempre è impegnata nel contrasto alla violenza di genere tutta. La pandemia ha peggiorato una situazione già critica, non si può rimanere inermi.
La sfida delle donne, non è una lotta delle donne ma una lotta di tutti, del Paese per il Paese e per il suo futuro. Anche questa è libertà.
Giuliana Baldin
Coordinatrice Commissione Dirigenti Cooperatrici Confcooperative Lombardia