Restano per ora invariate le norme attualmente in vigore legate alla PAC: l’Italia ha deciso di rinunciare alla flessibilità su alcuni tipi di pagamenti e fondi per lo sviluppo rurale, prevista nel cosiddetto Regolamento transitorio n. 2020/2220.
Con questo provvedimento è stata prorogata fino al 31 dicembre 2022 la vigente normativa sulla Politica Agricola Comune, in attesa della conclusione del negoziato in corso tra Parlamento europeo e Consiglio sulla riforma. Oltre a prevedere la proroga, il Regolamento transitorio ha accordato agli Stati Membri la flessibilità di rivedere alcune decisioni, in particolare quelle riguardanti, il processo di riduzione dei divari tra gli importi degli aiuti diretti (convergenza interna), la modifica dei pagamenti accoppiati, il trasferimento di fondi tra i due pilastri della Pac e l'eventuale introduzione del pagamento redistributivo a favore delle aziende di minore dimensione.
L'amministrazione italiana ha scelto di non avvalersi di questa flessibilità, per cui le regole in vigore resteranno invariate. La decisione è stata ufficializzata dal ministero delle Politiche agricole con una nota indirizzata alle Regioni e Province autonome, alle organizzazioni professionali ed all'Agea, come spiegato in un articolo di Agrisole. «A causa della crisi di governo – sottolinea la nota ministeriale – non si sono realizzate le condizioni per avviare un confronto organico» necessario per definire in tempo utile le eventuali decisioni di modifica delle regole esistenti. Ma qualcosa potrebbe cambiare per il 2022. A tal fine, è stato annunciato l'avvio in tempi brevi delle consultazioni con tutte le parti interessate per assumere le eventuali decisioni «entro l'1 agosto».
La proroga biennale stabilita con il regolamento transitorio coinvolge anche i Programmi di Sviluppo Rurale (PSR). L'estensione delle misure sarà finanziata con le risorse relative ai primi due anni di applicazione del quadro finanziario dell'Unione europea per il periodo 2021-2027, approvato lo scorso luglio dai capi di Stato e di governo. Per quanto riguarda i fondi, oltre al cofinanziamento nazionale, per lo sviluppo rurale si potrà usufruire anche dei fondi straordinari previsti nel quadro del "Next Generation Eu" per la ripresa economica dopo l'emergenza sanitaria. Per il biennio 2021-2022 la dotazione complessiva ammonta a 8,04 miliardi di euro a valori correnti. Per l'Italia lo stanziamento è di circa 910 milioni, a cui si aggiunge appunto il cofinanziamento nazionale. La normativa europea ha disposto che almeno il 37% dei fondi straordinari dovrà essere destinato a misure in grado di far salire la sostenibilità ambientale e la protezione delle risorse naturali.