L'Intervento di Agci, Confcooperative e Legacoop Lombardia oggi agli Stati Generali del Patto per lo Sviluppo di Regione in risposta all'intervento del Presidente Fontana e ad alcuni punti del documento di economia e finanza condiviso nel corso della videoconferenza.
Tra le richieste della cooperazione: sostenere il rafforzamento patrimoniale delle cooperative lombarde verso la transizione digitale, incentivi per la sostenibilità ambientale e sociale e il ripensamento del modello sanitario dopo la crisi causata dall’emergenza Covid-19.
Ecco le richieste nel dettaglio:
Fondo unico per le cooperative per investimenti digitali e sostenibilità
Unanime la voce con cui AGCI Lombardia, Confcooperative Lombardia e Legacoop Lombardia ritengono prioritario sostenere il rafforzamento patrimoniale delle cooperative lombarde, indirizzando la loro evoluzione nella direzione della transizione digitale e della sostenibilità ambientale e sociale attraverso un Fondo unico dedicato che riconosca la peculiarità e la varietà delle imprese cooperative.
Incentivi smart working e “bonus non-mobilità”
“Servono investimenti in tempi brevissimi sulle infrastrutture digitali, ben distribuiti per colmare le carenze di connettività tra i territori della Lombardia, tra le aree metropolitane e le zone rurali e di montagna. Incentivare lo smart working, con convinzione, e anche con un bonus di ‘NON mobilità’ per essere davvero efficaci nel contrasto all'inquinamento, capitalizzare il miglioramento della qualità dell’aria e favorire un'economia di prossimità.
Sul tema sostenibilità in evidenza l’esigenza di estendere l’analisi fatta da ARPA sull’aria anche per la qualità dell’acqua dei fiumi e dei laghi lombardi “per avere dati unici e utili per ridefinire la politica di salvaguardia ambientale e le iniziative di manutenzione e cura del territorio”.
Covid-19 e sanità: ripensare il modello
Dalle tre centrali cooperative risulta carente la ricerca delle cause che hanno determinato un impatto così negativo, più che altrove nel paese, in termini di vite umane e di organizzazione della medicina territoriale.
A riguardo la cooperazione lombarda ribadisce che “le cooperative associate del settore medico e sanitario restano a disposizione per una strategia del breve e medio periodo”. Disponibilità piena anche sulla programmazione – locale, non negoziata ma concertata - a partire dall'Art. 109 sui servizi di cura, legati oggi ai temi povertà e diseguaglianze, rispetto ai quali si fa sempre più urgente “la necessità di una completa ridefinizione degli indicatori e dei modelli che tenga anche conto delle pandemie, dei maggiori costi della sicurezza e della diversa densità di fruizione dei servizi”.
In conclusione, la richiesta congiunta dei presidenti Massimo Minelli (Confcooperative Lombardia), Attilio Dadda (Legacoop Lombardia) e Cinzia Sirtoli (AGCI Lombardia) al Presidente Fontana e all'Assessore Mattinzoli è di “ricercare le migliori condizioni in sede deliberante per mettere a disposizione del movimento cooperativo lombardo gli strumenti adeguati al peso economico, occupazionale e di ricadute sulle comunità locali” poiché: “per centrare la ripresa e il rilancio riteniamo fondamentale il fondo per la cooperazione lombarda”.