DETTAGLIO

Covid-19, cooperazione lombarda: via a fase 2 ma con test sierologici, dpi, tamponi e attenzione alla mobilità pubblica

Covid-19, cooperazione lombarda: via a fase 2 ma con test sierologici, dpi, tamponi e attenzione alla mobilità pubblica

Confcooperative e Legacoop Lombardia: “servono risposte e non ipotesi”

Categorie: Primo PianoConfcooperative Lombardia

Tags: Coronavirus,   covid19,   fase 2

“Da un’ordinanza recentissima di restrizione in poche ore si è passati alla dichiarazione di riapertura. Riteniamo indispensabili condizioni selettive per la salute dei nostri lavoratori: screening sierologico, tampone e DPI. Non va fomentata la contrapposizione economia/diritto alla salute. Non bastano per riaprire mascherina e guanti, controllo della temperatura nei luoghi di lavoro, gel igienizzante e forse un’app per monitorare gli spostamenti. È una proposta inadeguata agli sforzi fatti fino ad ora da tutti” affermano Massimo Minelli e Attilio Dadda, rispettivamente presidenti di Confcooperative e Legacoop Lombardia sulla fase 2 su cui oggi Regione Lombardia si è confrontata con le associazioni di categoria del Patto per lo Sviluppo.

“Servono risposte e non solo delle ipotesi – incalzano - Non possiamo permetterci nuovi contagi, nuovi focolai e la mobilità degli asintomatici. Oggi non troviamo risposte esaustive a questi potenziali rischi. Serve un progetto complessivo, di sistema a partire dalla definizione di linee guida e di procedure per l’accesso ai tamponi, al potenziamento della medicina di base e territoriale e alle cure domiciliari con protocolli, piattaforme di telemedicina e un’adeguata fornitura di farmaci ritenuti efficaci”. Sul tema della mobilita: “le università milanesi studiano da anni gli spostamenti extraurbani, vanno coinvolte in un piano regionale di sicurezza per il trasporto pubblico”.

Per i Dpi, spiegano Minelli e Dadda “non si può riaccendere l’incresciosa guerra all’accaparramento o dei blocchi in dogana di Enti contro i privati e le imprese, come abbiamo già visto per le prime fasi dell’emergenza. Chi impone delle regole deve garantire anche le condizioni per il rispetto delle norme. Non è possibile addossare alle sole imprese la responsabilità”.

“Già in passato – concludono - abbiamo denunciato inefficienze e auspicato scelte coraggiose di tutela della salute pubblica, purtroppo non attuate da Regione Lombardia, compreso il problema dei DPI nelle RSA che oggi è cronaca. I dati della nostra regione in termini di morti e di contagi rispetto alle altre regioni e agli altri Paesi ci preoccupano e devono farci riflettere”.