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Covid19, arrivano ai comuni gli aiuti per le famiglie in difficoltà. Anche il terzo settore coinvolto nella distribuzione dei beni

Covid19, arrivano ai comuni gli aiuti per le famiglie in difficoltà. Anche il terzo settore coinvolto nella distribuzione dei beni

Ecco cosa prevede il provvedimento 

Categorie: Confcooperative Lombardia

Tags: Coronavirus,   covid19,   buoni spesa

Sono stati pubblicati sulla Gazzetta ufficiale del 29 e 30 marzo i provvedimenti per sostenere i comuni contro l’emergenza coronavirus:

- il DPCM 28 marzo 2020 (all.1) recante “Criteri di formazione e di riparto del Fondo di solidarietà comunale 2020”, con cui è stato disposto il trasferimento anticipato di 4,3 miliardi di euro;

- l’ordinanza 658 del 29 marzo 2020 (all. 2) della Presidenza del Consiglio dei Ministri con la quale sono stati stanziati 400 milioni di euro per i Comuni italiani da contabilizzare nei bilanci a titolo di misure urgenti di solidarietà alimentare.

 

Il Ministero dell’Interno ha già provveduto all’emissione delle risorse verso i comuni che potranno acquistare:

- buoni spesa, utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali contenuti in un elenco che ciascun Comune dovrà pubblicare sul proprio sito istituzionale;

- generi alimentari e prodotti di prima necessità.

 

I Comuni, per l’acquisto e la distribuzione dei beni potranno avvalersi degli Enti del Terzo Settore, senza che il personale degli stessi e i volontari coinvolti siano sottoposti a restrizioni agli spostamenti.

 

Nell’individuazione dei fabbisogni alimentari e nella distribuzione dei beni, i Comuni possono coordinarsi con gli enti attivi nella distribuzione alimentare realizzata nell’ambito del Programma Operativo del Fondo di aiuti Europei agli indigenti (FEAD). Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali renderà disponibile l’elenco delle organizzazioni partner.

 

L’Ufficio dei servizi sociali di ciascun Comune individuerà la platea dei soggetti beneficiari e il contributo ai nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemologica e tra quelli in stato di bisogno, per rispondere alle necessità più urgenti ed essenziali dando priorità a quelli privi di altri sostegni di natura pubblica.