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Emergenza Coronavirus: "grazie alle cooperative sociali", la lettera di Confcooperative Federsolidarietà

Emergenza Coronavirus: "grazie alle cooperative sociali", la lettera di Confcooperative Federsolidarietà

Il punto della situazione

Categorie: Confcooperative Lombardia

Tags: cooperazione,   Coronavirus

Emergenza Coronavirus, dalla presidente di Confcoopeative Federsolidarietà Lombardia Valeria Negrini lettera di vicinanza alle cooperative.  Il punto della situazione tra richieste e opportunità.


Carissime cooperative, 

mi sento in dovere di scrivere a ciascuna di voi in questo momento in cui la nostra Regione e il nostro Paese sono impegnati in uno sforzo immane per contrastare e si spera debellare il contagio di questa nuova malattia. So che ciascuna di voi è impegnata ora per ora, giorno per giorno nell’operare al meglio anche in questa situazione di emergenza.


Molte cooperative sono già in grossa difficoltà, altre forse lo saranno a breve. Su questo, come avrete senza dubbio letto (http://www.lombardia.confcooperative.it/ in costante aggiornamento) sia a livello regionale che nazionale Confcooperative e la Federazione stanno facendo tutto il possibile, insieme alle altre Centrali Cooperative per avere dal Governo (nazionale e regionale) tutte le possibili misure di sostegno.  


Alcune risposte importanti sono già arrivate e alcune misure altrettanto importanti sono già in essere. Così come l’accordo sindacale per accesso al FIS stipulato giorni fa e la nuova possibilità di accordo anche per tutte le altre cooperative che potrebbe essere a disposizione fra pochi giorni, rappresenta una tutela, seppure in modo parziale, dei nostri lavoratori e lavoratrici. Certo il problema della liquidità rischia di essere grave, ma anche per questo i nostri organi di rappresentanza stanno studiando misure e dispositivi che possano sostenere lo sforzo finanziario delle cooperative in questa fase drammatica, compresa una pressante richiesta ad Anci e al Governo. Di questi giorni è infine l’iniziativa di poter acquistare quantitativi ingenti di DPI attraverso un’unica centrale di acquisti affidata alla nostra mutua Cooperazionesalute. Ogni cooperativa ha ricevuto un format da compilare in tal senso.

 

Con questa mia voglio invece soffermarmi, in particolare, ma non esclusivamente, su tutte quelle realtà oggi in prima linea nella gestione dei servizi sanitari e socio-sanitari.

 

Purtroppo da Regione Lombardia, nonostante i numerosi solleciti, non abbiamo avuto, ad oggi risposte chiare in merito ad una serie di questioni, ne riassumo brevemente solo alcune:

Mancanza di DPI in tutte le nostre strutture socio-sanitarie;

Incertezza rispetto alla possibile chiusura di servizi socio-sanitari semiresidenziali e diurni (in alcuni territori i Comuni hanno “supplito” al silenzio di Regione e ATS e hanno dichiarato la chiusura ad. es. dei CDD, in altri territori sono state le cooperative ad assumere questa decisione valutando la situazione specifica del proprio servizio);

Indicazioni chiare in merito alle misure da adottare per le persone e gli operatori dei nostri servizi che si stanno ammalando;

- Possibilità di integrare il personale mancante anche con altre figure non contemplate dai requisiti di accreditamento.

 

Allo stesso modo abbiamo chiesto ai Comuni di continuare ad erogare le risorse in merito ai contratti in essere sui servizi di natura sociale ed educativa (pressoché tutti sospesi) coordinando con noi interventi diversi o rimodulando radicalmente le prestazioni o i servizi stessi.

 

Dall’altro lato in tutti i territori, grazie all'iniziativa lanciata da Fondazione Cariplo che ha stanziato un primo fondo per gli enti del terzo settore di 2 milioni di euro, tutte le fondazioni di comunità hanno avviato una raccolta fondi specifica e stanno ottenendo risposte imponenti in pochissimi giorni (cito solo l’esempio di Fondazione della Comunità Bresciana che in meno di una settimana ha già raccolto donazioni per quasi 8 milioni di euro). Se è evidente che buona parte di queste risorse andranno, in questo momento, a sostenere lo sforzo del sistema sanitario, in particolare ospedaliero, ci sono risorse che possono essere messe a disposizione anche delle nostre realtà.

 

Pertanto l’invito che vi rivolgo è quello di pensare a soluzioni/proposte che possono essere presentate alle Fondazioni, per avere un sostegno economico, o ai Comuni per rimodulare i servizi.

Quasi tutte le FdC peraltro hanno attivato sul proprio sito una mail dedicata proprio alla raccolta di proposte/progetti.

 

Per fare solo qualche esempio, e, ovviamente, dando modo ai nostri operatori di lavorare in sicurezza osservando le disposizioni previste:

 

1) Pensare a proposte in grado di rispondere a quanti, tra coloro che frequentavano i nostri servizi, oggi sono a casa attraverso sostegno a distanza utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia (penso, in particolare, soprattutto nei settori culturali, educativi, di socialità e benessere);

 

2) Mettere a disposizione soluzioni abitative o di ospitalità temporanea per quanti (disabili, anziani, malati mentali, dipendenti, etcc. che prima erano seguiti nei servizi) devono essere posti, o lo sono già, “in quarantena” per non affollare gli ospedali che in questo momento sono giustamente concentrati sui casi gravi di contagio, oppure per supportare presso le proprie abitazioni i malati dimessi dagli ospedali;

 

3) Pensare a soluzioni anche per persone più esposte di altri, quali le persone senza dimora, per poter mantenere aperti, anzi rafforzare, i centri di accoglienza, i servizi di bassa soglia, di riduzione del danno, i servizi di igiene per tenere le persone al riparo e non lasciare girare per le strade quanti non possono aderire all’#iorestoacasa perché una dimora non ce l’hanno.

 

Sono evidentemente solo alcuni esempi; sono certa che ciascuna cooperativa troverà soluzioni, modalità adeguate a seconda delle esigenze e settori di intervento.


La cosa che mi preme sottolineare è quella di rimanere tenacemente ancorati al nostro scopo e alla nostra mission  e quindi anche di sapere organizzare al meglio il lavoro dei nostri collaboratori (e le persone che assistiamo) per ridurre la loro esposizione non solo al virus, ma anche all'ansia.


Anche chi non è in prima linea può fare molto, evitando di aumentare la paura e motivando alla consapevolezza, alla prudenza, ma, soprattutto, alla ragionevolezza e alla solidarietà. 

 

Un enorme ringraziamento e un abbraccio a tutti voi.


Valeria Negrini