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Coronavirus, Aci Welfare Lombardia chiede chiarimenti su strutture per disabili e anziani, centri per minori, salute mentale

Coronavirus, Aci Welfare Lombardia chiede chiarimenti su strutture per disabili e anziani, centri per minori, salute mentale

La lettera agli assessori regionali Gallera, Bolognini e Caparini

Categorie: Confcooperative Lombardia

Tags: welfare,   giovani,   Disabili,   minori,   Salute mentale,   anziani,   Coronavirus,   covid19

Una lunga lettera indirizzata da Aci Welfare Lombardia (Confcooperative e Legacoop) agli assessori Gallera, Bolognini e Caparini per chiedere chiarimenti sulla gestione per tutte quelle realtà che stanno continuando ad operare nell'emergenza e che ad oggi si trovano senza chiare linee guida, talvolta sprovvisti dei più basilari presidi per limitare il contagio.  Tra queste strutture come le RSA per anziani o gli RSD e CSS per i disabili, centri per minori, famiglie o chi si occupa di salute mentale.

Ecco il testo integrale firmato dalla presidente Valeria Negrini. 

 

Premesso che la cooperazione sociale che gestisce servizi socio-sanitari accreditati sta cercando di svolgere al meglio la propria funzione nella gestione dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari, rimangono non poche incertezze che necessitano di chiarimenti e di indicazioni chiare per poter garantire al meglio i servizi stessi e, contemporaneamente, la salute degli utenti e degli operatori.


STRUTTURE RESIDENZIALI (RSA, RSD, dipendenze, minori e famiglie, salute mentale, disabilità, in particolare CSS)

Le strutture residenziali NON HANNO MAI SOSPESO LE PROPRIE ATTIVITA’. In tali contesti opera personale che è stato ovviamente informato delle misure igienico-sanitarie previste così come sono state adottate tutte le misure previste in accordo con medici del lavoro e RSPP. 

Per quanto riguarda le RSA/RSD, in caso di positività di anziani e/o operatori, quali strumenti possono essere messi in capo per evitare l’ulteriore diffusione del virus e se è prevista una quarantena per tali strutture. Tuttavia, laddove malauguratamente si verificasse un contagio a carico di persona accolta o di operatore quali misure e quali garanzie di priorità di trattamento sono previste? 

Sappiamo che va informato immediatamente il medico di base ma ciò che non è affatto chiaro è quali modalità sono previste per la gestione della struttura residenziale e per la necessaria turnazione degli operatori. Tale questione è importante e determinante per permettere agli enti gestori di assumere le necessarie decisioni anche sotto il profilo organizzativo.

Quali sono le misure da assumere in caso di nuova accoglienza nelle strutture residenziali. Quale documentazione sanitaria è tenuto a presentare l’ente inviante? Chi e come viene garantita la tutela della salute degli accolti e degli operatori? 

Riguardo nello specifico alle comunità per minori: Quali sono le modalità da seguire per i rientri a casa dei minorenni accolti nelle comunità residenziali? Occorre sospendere i rientri? In questo caso la responsabilità della decisione non può – e non deve – essere attribuita esclusivamente all’ente gestore, ma occorre che la Regione esprima orientamento chiaro e inequivocabile a cui gli enti locali titolari della competenza devono attenersi. 

Anche in riferimento agli interventi di SPAZIO NEUTRO si ritiene debbano essere fornite indicazioni chiare circa la necessità, anche in questo caso, di prevedere modalità alternative per garantire a tutti i minorenni il diritto alla relazione con entrambi i genitori. 

La frequentazione di diverse persone, provenienti da contesti diversi, all’interno di uno spazio limitato appare contrario a quanto contenuto nel DPCM 9 marzo 2020. Come è possibile gestire una situazione di facilitazione delle relazioni mantenendo le distanze, impedendo forme di vicinanza e di intimità tipiche di queste situazioni? E’ fondamentale che la Regione ESPRIMA CHIARAMENTE l’indicazione di sospendere questa modalità di incontri negli Spazi Neutri e indichi coerentemente la necessità di individuare modalità’ alternative di erogazione del servizio. 

 

STRUTTURE SEMIRESIDENZIALI E CENTRI DIURNI

Abbiamo appreso che nelle province di Milano, Bergamo, Como, Varese, Monza e Brianza, Cremona, Sondrio è stata emanata l’ordinanza di chiusura dei CDD. Chiediamo che ci sia una direttiva univoca su tutti i territori. Allo stesso modo chiediamo indicazioni chiare e uniformi per i Centri Diurni per la Salute Mentale,

La cooperazione sociale rimane disponibile, in accordo con le ATS e con i Comuni, a proposte organizzative diverse dell’attività, in accordo con i familiari/AdS. 


CONSULTORI

Chiediamo conferma che:

a) devono essere garantite solo le prestazioni ambulatoriali singole connesse alla gravidanza ed IVG (Livelli Essenziali di Assistenza)

b) siano sospesi: colloqui psico-sociali; tutte le attività sanitarie diverse da gravidanza e IVG; tutti i gruppi.

c) le dimissioni protette, collegate alle gravidanze, siano da effettuare. 

Chiediamo conferma che sia possibile:

a) effettuare on line i corsi pre-parto (non rimandabili, in rispetto alle settimane di gravidanza) o altri corsi in essere

b) svolgere i colloqui psico-sociali più necessari con modalità on line

c) effettuare, a scelta, in consultorio, colloqui psico-sociali individuali, prendendo le dovute precauzioni (richiesta telefonica di essere in salute, mascherina, distanza 2 metri etc.) 


SERVIZI AMBULATORIALI; SPERIMENTAZIONI RIABILITAZIONE MINORI E CASE MANAGEMENT; SERVIZI PER AUTISMO

Chiediamo:

a) Sospendere le attività dirette se non per situazioni di urgenza e mantenendo i parametri di tutela.

b) Attivare attività in sostituzione con modalità realizzabili a distanza.

c) Mantenere le attività indirette con attività di supporto familiare e di rete con i servizi sanitari di riferimentoattraverso modalità a distanza.


RSA APERTA

Stante la natura non tipicamente “essenziale” del servizio, viste le disposizioni del DPCM del 9 marzo 2020,al fine di contenere la veicolazione del contagio e tenuto conto della penuria di DPI da mettere a disposizione degli operatori, si chiede se è corretta l’interpretazione di sospendere i servizi attivi per tutta la durata dell’emergenza.


ASSISTENZA ALLA COMUNICAZIONE PER ALUNNI CON DISABILITA’ SENSORIALE

Il servizio rivolto ad alunni con disabilità sensoriale (visiva e uditiva) si svolge prevalentemente a scuola, ma con possibilità di interventi di supporto anche al domicilio laddove previsti nel piano individualizzato di ciascun beneficiario.

Con la chiusura delle scuole ATS ha informato fin da subito la sospensione di tutti gli interventi, negando persino che le attività potessero essere svolte al domicilio. 

In data 9 marzo la Regione ha inoltrato ai Comuni la comunicazione di poter avviare il supporto scolastico a distanza “per promuovere e favorire, per quanto possibile, la continuità didattica ed educativa” anche tramite la didattica a distanza e ha autorizzato “l’affiancamento a domicilio da parte dell’assistente specialistico,

”Segnaliamo tuttavia che:

a) Rimane di difficile attuazione la possibilità di recuperare le ore non svolte nelle settimane precedenti ;

b) non per tutti i casi la scuola ha attivato la didattica a distanza.


QUESTIONI TRASVERSALI A TUTTE LE TIPOLOGIE DI SERVIZI

Chiediamo:

a) deroga temporanea dagli standard strutturali e gestionali per il periodo di emergenza onde favorire la possibilità di rimodulazione, là ove possibile, del servizio, ovvero, operando in accordo con i familiari degli utenti e previa autorizzazione congiunta di ATS e Comune ove è ubicato il servizio. Medici, infermieri,educatori, OSS e personale in genere si sta ammalando anche nei nostri servizi e quindi non è più possibile garantire gli standard gestionali al 100%, ma continuiamo ad erogare il servizio.

b) per lo stesso motivo va eliminato il computo delle assenze nel periodo di emergenza COVID-19 onde non penalizzare economicamente il gestore in un momento di aggravio di impegno organizzativo ed economico a suo carico;

c) garantire l’approvvigionamento anche agli enti gestori del privato sociale che gestiscono servizi nel settore sociosanitario e sociale di tutti i DPI necessari a prevenire, fronteggiare la situazione di contagio. Per quanto ci si stia organizzando con acquisti centralizzati, la reperibilità dei DPI (mascherine e termometri scanner) è alquanto difficoltosa. Questo pregiudica fortemente, fino a renderlo impossibile, la tutela della salute di operatori ed utenti, e, di conseguenza, l’erogazione dei servizi.

Infine, in previsione di ulteriori disposizioni più restrittive da parte di Regione Lombardia, chiediamo che venga definito un elenco preciso, dettagliato, uniforme di quali sono i servizi e le loro tipologie (diurni,residenziali, semiresidenziali, ambulatoriali) in tutte le aree (disabilità, anziani, salute mentale, neuropsichiatria, dipendenze, minori e famiglie, domiciliarità) che devono essere chiusi e quali invece che devono continuare a prestare la loro attività.

 

 

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