L’attenzione del presidente Giorgi ricade poi sulle sfumature positive che il Testarossa potrebbe avere sul comparto vitivinicolo oltrepadano. «Deve infondere fiducia ai nostri soci, perché è la dimostrazione tangibile che anche una grande cantina cooperativistica, qual è Terre d’Oltrepò, può fare vini di alta qualità», spiega senza giri di parole. E annuncia che la storica cuvée di La Versa non è destinata a restare l’unico esempio in questa direzione: «È il primo di una lunga serie di prodotti d’eccellenza – aggiunge – che presenteremo già a partire dal prossimo Vinitaly, frutto della nostra esperienza, ma soprattutto della passione dei nostri enologi e delle nostre cantine. Oggi è il Testarossa day, ma ci saranno altri momenti come questo per la promozione di altri grandi prodotti, a partire dal pinot nero vinificato in rosso ed il riesling. È stato fatto un grande lavoro, grazie ai tecnici e ai soci che hanno capito come il progetto in essere dimostrerà che la qualità è un traguardo raggiungibile anche in una grande famiglia come la nostra».
Testarossa, dal 1989 sinonimo di eleganza e distinzione, sarà di certo tra i prossimi protagonisti del Vinitaly. L’evento, attraverso la viva voce dei vertici di La Versa, è stato concepito proprio per anticipare i contenuti che verranno messi in campo nell’appuntamento di Verona grazie al talk condotto dal giornalista enogastronomico Edoardo Raspelli.
«Sono particolarmente contento di presentare il ritorno, la rinascita di questa cantina – racconta Edoardo Raspelli – Motivi professionali si uniscono a quelli personali: Edoardo Raspelli, mio nonno, era tenente dei Carabinieri Reali e comandava la caserma di Stradella. Io, milanese, da bambino e poi ragazzo, venivo portato dai miei genitori nei ristorantini e nelle cantine della zona… Sono cresciuto tra i morbidi marubei e i duri brasadè infilati nella collana di corda. Da giovane giornalista, a metà degli Anni Settanta, quando Cesare Lanza mi fece unire la critica gastronomica alla mia attività principale di cronista di nera, per un libro sui ristoranti di Milano e dintorni testai e raccontai la mia grande esperienza gastronomica all’Hostaria del Casale che era di Antonio Duca Denari, presidente dalla cantina La Versa, per non parlare poi dei primi passi da degustatore all’Enoteca Regionale dei Vini Lombardi alla Certosa di Pavia per arrivare al mio fidanzamento in un celebre ristorantino di Pavia…».
Il responsabile della produzione della cantina La Versa, l’enologo Andrea Rossi, sposta l’attenzione sul vitigno principe dell’Oltrepò Pavese. «Il pinot nero – spiega – è un vitigno differente dagli altri, è molto versatile, può allo stesso modo dare basi spumante con una buona acidità e ottima struttura come può donarci grandi vini rossi equilibrati ed eleganti. Il pinot nero non conosce compromessi, il vino che ne deriva non sopporta alcuna mediocrità, deve essere di elevata qualità per non scadere nell’anonimato. Per valorizzare al massimo le caratteristiche intrinseche di questo vitigno, così delicato, ma allo stesso tempo dalle straordinarie potenzialità, bisogna produrre uve di qualità, è questo il punto di partenza per ottenere una grande base spumante».
Pietro Dilernia, enologo La Versa, partendo dalle origini storiche del pinot nero e della sua diffusione in Oltrepò Pavese sottolinea «la forte relazione che nel corso del tempo si è venuta a creare tra il territorio e le varie tipologie di vino», evidenziando come le caratteristiche dell’area oltrepadana rientrino a pieno titolo tra gli elementi che definiscono il carattere del Testarossa.
Il progetto Testarossa è stato condiviso con il colosso veneto di Cavit, che ha sposato insieme a Terre d’Oltrepò il rilancio dello storico marchio La Versa condividendone i principi e la finalità di valorizzazione del territorio oltrepadano.
Il presidente di Terre d’Oltrepò, Andrea Giorgi, evidenzia poi la filosofia che sta alla base di questa nuova svolta per la cantina. «Quello che noi abbiamo voluto fare in questi mesi – spiega – è imprimere la dinamicità all’azienda. Vogliamo trasmettere qualcosa che va al di là del vino e del prodotto. Vogliamo essere sempre pronti al cambiamento, pronti a coinvolgere il territorio. Oggi siamo una realtà aperta, impegnata nelle scelte future dell’Oltrepò, anche all’interno del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. Ma soprattutto crediamo nell’inclusività del territorio al confronto che Terre d’Oltrepò ha con tutti gli attori della filiera e non solo. La caparbietà che ci contraddistingue ci permetterà di portare avanti le nostre idee tra cui la sostenibilità che deve essere spesa sia nei nostri prodotti, sia nelle aziende. Realtà che hanno bisogno da noi un sostegno che oggi siamo riusciti a fornire. A partire da un utile servizio agronomico. Il fatto di rilanciare un prodotto come il Testarossa è motivo di orgoglio perché oggi rappresento un’azienda che era sul baratro ed oggi è sul trampolino. Per questo siamo molto soddisfatti».