L’I.S.I. – Istituto Stomatologico compie 110 anni. Oltre un secolo di storia per la struttura di Via Pace 21 a Milano dove si trovano riuniti 70 odontoiatri, 3 sale operatorie e oltre 120 professionisti che garantiscono ogni anno 120.000 prestazioni a oltre 30.000 pazienti.
Ma la sua unicità risiede soprattutto nella qualità e nella gamma delle attività offerte, che consentono di dare risposte articolate ad una serie di bisogni complessi che difficilmente trovano soluzioni nei singoli ambulatori odontoiatrici.
Dal 1908 l’Istituto ha saputo adattarsi ai cambiamenti della società, conservando la sua vocazione originaria, come ha sottolineato il presidente Andrea Bianchi, ovvero “erogare cure, in particolar modo per quelle categorie fragili che non trovano risposte in altre strutture”. Un impegno che, nel 2006, è stato riconosciuto dal Comune di Milano con l’attribuzione della più prestigiosa benemerenza civica, l’Ambrogino d’Oro.
Due le iniziative che hanno caratterizzato la giornata di venerdì 9 novembre, anniversario della fondazione: la presentazione dell’unità mobile odontoiatrica e l’evento a Palazzo Cusani nel corso del quale è stato presentato il volume “110 e ISI: Storia e vicende della prima clinica odontoiatrica italiana”.
Nel corso della mattina, alla presenza del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, è stata presentata la prima unità mobile odontoiatrica in Lombardia, e tra le prime in Italia, realizzata dall’Istituto Stomatologico Italiano con il contributo della Fondazione Cariplo. L’unità mobile è un automezzo dotato di riunito dentale e apparecchiature specialistiche ideato non solo per effettuare visite di screening e sensibilizzazione della popolazione dei temi della prevenzione, ma anche per rispondere ai bisogni della comunità di accesso alle cure.
In serata, presso la prestigiosa sede di Palazzo Cusani, si è tenuto l’evento, alla presenza del dell’Assessore Regionale al Welfare Giulio Gallera, nel corso del quale sono state ripercorse le tappe fondamentali della vita dell’Istituto.
Nei racconti del prof. Zampetti e del prof. Mazzola, è stato possibile riconoscere i tratti di una grande Istituzione, milanese e cooperativa, che nonostante le difficoltà incontrate, ha saputo e sa portare avanti una tradizione di servizio e attenzione ai più deboli del tutto simile a quella delle origini.