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CONFCOOPERATIVE FEDERSOLIDARIETÀ, PREOCCUPAZIONE PER LE DICHIARAZIONI DI FP CGIL LOMBARDIA SULLE COOPERATIVE SOCIALI

CONFCOOPERATIVE FEDERSOLIDARIETÀ, PREOCCUPAZIONE PER LE DICHIARAZIONI DI FP CGIL LOMBARDIA SULLE COOPERATIVE SOCIALI
La replica della Presidente di Confcooperative Federsolidarietà Lombardia Valeria Negrini 

Categorie: Confcooperative Federsolidarietá

Tags: lavoro,   cooperative,   sociali,   Lombardia,   sindacati,   CGIL,   contratti

"La dichiarazione del segretario Fp Cgil Lombardia desta nella nostra organizzazione preoccupazione e contrarietà. Come è possibile dire che è impegno del sindacato contrastare l’applicazione di un contratto di cui lo stesso è firmatario (FP CGIL firma il CCNL delle cooperative sociali)?". Questa la replica della Presidente di Confcooperative Federsolidarietà Lombardia Valeria Negrini alla dichiarazione di Natale Tataj Minchillo, segretario Fp Cgil Lombardia pubblicata sulla pagina Facebook di CGIL Lombardia il 9 ottobre scorso: “Nei cambi di appalto, quando entrano le cooperative, dobbiamo stare attenti a fare applicare il contratto nazionale dei servizi ambientali. Siamo sempre impegnati a contrastare l’applicazione di altri contratti, tipo Cooperative sociali e Multiservizi” .


"Se la presa di posizione è legata alla recente sottoscrizione da parte di Confcooperative del contratto FISE vale segnalare che lo stesso CCNL igiene ambientale all’articolo 8, lettera b, punto 6 richiama le cooperative sociali di tipo b) all’applicazione delle condizioni previste da un CCNL stipulato con le OO.SS. comparativamente più rappresentative" spiega. 

"Forse il segretario non ricorda che le cooperative sociali dispongono, sin dal 1992, di un loro contratto collettivo nazionale di lavoro che riguarda sia le realtà di servizi sociali, che quelle di inserimento lavorativo di persone svantaggiate. In tale contratto viene definito il ruolo delle cooperative sociali che: “svolgono attività lavorative  di  tipo  artigianale,  industriale,  agricolo e commerciale, occupando lavoratrici e lavoratori normodotati e  lavoratrici e lavoratori svantaggiati in proporzioni diverse in relazione  al  tipo  di  svantaggio di cui sono portatrici o portatori  i  soggetti  avviati al lavoro, nonché‚ in base alle modalità di organizzazione  della  produzione", continua.

L’applicazione per le cooperative sociali di tipo B del CCNL cooperative sociali è pertanto pienamente legittimato a prescindere dalla attività lavorativa che viene svolta. Tale posizione è stata ribadita anche nel percorso di rinnovo del CCNL cooperative sociali in corso. Su tale assunto vi è una intesa di massima condivisa con le OOSS in relazione ad una stesura dell’articolo 1 del CCNL cooperative sociali che non solo conferma, ma rafforza il ruolo della cooperazione sociale di inserimento lavorativo come parte integrante del movimento stesso. La presa di posizione del segretario della FP Lombardia rappresenta un cambio di rotta?

Se così fosse, afferma Negrini "come Federsolidarietà Lombardia riteniamo inaccettabile la posizione espressa e ribadiamo con forza l’unicità del contratto delle cooperative sociali per tutto il movimento cooperativo. La cooperazione sociale di tipo B è parte integrante e qualificante del sistema cooperativo e come tale ha piena esigibilità nella applicazione del contratto di riferimento. Esiste già in questo senso numerosa giurisprudenza che conferma la piena legittimità di tale scelta".

Vogliamo ricordare - scrive Confcooperative Federsolidarietà Lombardia - che l’applicazione di uno specifico contratto delle cooperative sociali deriva dalla funzione specifica (riconosciuta dalle stesse organizzazioni sindacali) in quanto, come recita il CCNL, “… per le persone svantaggiate presenti nelle cooperative che hanno come finalità l'inserimento lavorativo, l'attività lavorativa rappresenta uno  strumento atto a integrare un programma riabilitativo e formativo più ampio  e a verificare il grado di sviluppo delle capacità lavorative degli stessi.” Nella sola Lombardia sono oltre 5000 le persone svantaggiate inserite nella cooperazione sociale di tipo B. Si tratta di persone che non troverebbero in altre forme di impresa la possibilità di essere inserite nel mondo del lavoro, privandole quindi di concrete occasioni di inclusione sociale, di dignità e caricando la collettività di costi per servizi di assistenza che sarebbe necessario offrire a persone che non avrebbero più i mezzi per un sostentamento autonomo.

"Abbiamo sempre condiviso con le organizzazioni sindacali il valore della cooperazione di inserimento lavorativo come occasione preziosa di emancipazione sociale delle persone svantaggiate e auspichiamo che tale percorso continui, ritenendo le esternazioni riportate una 'scivolata' e non un cambio di prospettiva. Chiediamo ai livelli regionali e nazionali - conclude Negrini - rassicurazioni in questa direzione, rassicurazioni tanto più necessarie in questo periodo nel quale la trattativa per il rinnovo del CCNL affronta temi fondamentali e da parte di tutti gli attori vi è la volontà di una chiusura in un tempo ragionevole dello stesso CCNL".