Fake news, analisi lacunose. Alle polemiche degli ultimi mesi contro le realtà impegnate nella gestione dell’ospitalità ai migranti Confcooperative Brescia ha risposto con il contributo del mondo della cooperazione alla gestione del fenomeno. Testimonianze, ma anche dati, elaborati dal Centro di Iniziative e Ricerche sulle Migrazioni dell’Università Cattolica di Brescia.
Un sistema d'accoglienza, quello bresciano, imponente: dai dati diffusi dalla Prefettura di Brescia sono circa 200 le strutture, sparse in tutta la provincia, che ospitano i 2.300 richiedenti asilo inseriti nel sistema di accoglienza Cas. Seicento quelli ospitati in città, gli altri, 1.700, tra Valcamonica, Valtrompia, Valsabbia, Garda e Bassa. Dalle analisi presentate da Valerio Corradi, docente di Sociologia del Territorio all'Università Cattolica di Brescia, emerge che gli stranieri presenti nell'intera provincia sono circa 188 mila: tra questi, oltre ai richiedenti asilo (2.300), ci sono anche i destinatari di forme di protezione umanitarie e di asilo politico, 420 in tutto inseriti nel sistema Sprar, 75 ospitati a Brescia. Sette le principali nazionalità presenti nel territorio: Mali, Pakistan, Nigeria, Costa D’Avorio, Senegal e Bangladesh.
Il mondo della cooperazione gioca un ruolo importante da sempre: gestisce CAS e altre strutture tenendo livelli alti di servizi “ con protagonismo responsabile – ha dichiarato il Presidente Menni- cogliendo l’opportunità che deriva dall’immigrazione intesa come risorsa per il territorio”.