Sostenibilità ambientale e sociale, energia, scelte consapevoli, rigenerazione dei territori. Sono tanti i modi in cui "pratiche virtuose" diventano modelli di sviluppo sostenibile. Stili di vita, scelte di consumo e trasformazione nei processi di produzione in grado di cambiare il futuro delle prossime generazioni. A fare una panoramica l'assemblea annuale di Confcooperative Pavia che in occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile ha coinvolto diversi attori del panorama cooperativo impegnati sul tema. Ad aprire i lavori, tenutisi oggi nell'auditorium del Polo Tecnologico della città, il presidente provinciale Mattia Affini, seguito dai saluti di Alice Moggi, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pavia e Vittorio Poma presidente della Provincia di Pavia.
Tra le testimonianze quelle di due importanti aziende cooperative, Power Energia, cooperativa di utenza da 10 anni sul mercato per fornire ai propri soci gas e luce da fonti rinnovabili e Latteria Soresina, cooperativa agricola leader in Lombardia nella produzione di Grana Padano. "La scommessa si vince nella misura in cui, anche attraverso la vendita di gas e luce, facciamo passare concetti classici mutualistici e di sostenibilità", ha spiegato Alberto Cazzulani, presidente di Power Energia ricordando che "ancora oggi la maggior parte di energia consumata è fossile. Il tema dell'energia verde è problematico perché nel nostro Paese finisce in un'unica borsa dell'energia, e ciò che determina il costo dell'energia è l'energia fossile, va tutto nello stesso calderone. L'energia pulita costa di più perché la certificazione ha un costo maggiore. Una battaglia che vogliano portare in parlamento è quella di diversificare le due borse". A parlare di scelte produttive ecologiche (e convenuenti) Tiziano Fusar Poli, presidente di Latteria Soresina: "autoproducendo energia risparmiamo ogni anno 25mila tonnellate di CO2, pari a 31 mila auto. Se tutto il sistema agroalimentare italiano facesse quello che facciamo noi produrrebbe energia per 38 milioni di case". Elemento chiave quindi la misurazione dei consumi perché "è la concretizzazione di un concetto a cambiare i comportamenti".
Sostenibilità come relazione e comunità. Un paradigma spiegato bene da Giovanni Teneggi, referente nazionale di Confcooperative per le cooperative di comunità. "Un percorso che in 10 anni ci ha fatto scoprire esperienze lavorative in contesti in cui dove tutti stavano fuggendo qualcuno resisteva e ci stava a riprovare". Tra le realtà ricordate quella di Succiso, Dossena, Mondovì e Cerreto Alpi. "Le cooperative di comunità sono produttrici di valori, che significa anche fatturato e reddito. Queste cooperative mettono in comune, sono coproduttrici, sono intergenerazionali, producono soluzioni. Sono imprese sociali, ma è un'impresa che si presenta il territorio in grado di generare soluzioni". Ultimo intervento quello di Paola Ferrara del Dipartimento Organizzativo Area Sostenibilità di Confcooperative che ha raccontato l'impegno dell'associazione per la sostenibilità d'impresa anticipando alcuni temi del nuovo bilancio sociale.