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INNOVARE IL FOOD, IN LOMBARDIA LA PIATTAFORMA COOPERATIVA DI OPEN INNOVATION

INNOVARE IL FOOD, IN LOMBARDIA LA PIATTAFORMA COOPERATIVA DI OPEN INNOVATION

Il progetto presentato a Tuttofood

Categorie: Primo PianoConfcooperative Lombardia

Tags: cooperazione,   agroalimentare,   food,   open innovation

Cooperazione agroalimentare e open innovation. Presentato per l'ultima giornata di Tuttofood, a Milano, il progetto Milkcoop, un sistema informativo integrato ideato da Confcooperative Lombardia per parlare di food e innovazione. Tre gli step del progetto: la pubblicazione della rivista online, nata col supporto del Consorzio di Tutela Grana Padano, "Milkcoop magazine", che vuole diventare punto di riferimento del settore sui temi delle best practice e dei modelli di sviluppo cooperativi. La piattaforma di open innovation, un luogo virtuale di confronto in cui le imprese cooperative e i soci, l’organizzazione, enti di ricerca, esperti ed opinionisti potranno lavorare per sviluppare idee su innovazione di prodotto e di processo attraverso discussioni su diversi ambiti tematici. Lo scambio sarà guidato dai ricercatori dell'Università di Perugia e dell'Università Cattolica di Cremona e coinvolgerà diversi panel di soci e cooperative lombarde creati ad hoc. Terzo punto la ricerca. Il tema del consumo del latte è uno dei più dibattuti: tra chi lo considera un alimento fondamentale per la dieta quotidiana e chi invece, per scelte etiche, salutistiche o pseudo tali non lo beve, evidenziando critiche e problematicità. Al momento non esiste però nessun fondamento scientifico che dimostri la necessità di eliminare dalla dieta latte e formaggi. "Abbiamo bisogno di una forte comunicazione sul latte anche per confutare le tesi superficiali sui consumi di questo alimento - ha detto Gianpiero Calzolari, coordinatore di Alleanza Cooperative - settore lattiero caseario -.  Milkcoop è un progetto interessante e innovativo che come sistema Alleanza intendiamo valorizzare". Poi l'affondo sulla rappresentanza: "Abbiamo bisogno di organizzarci. La nostra volontà, con l'Alleanza, è unire il 70 75% del latte cooperativo sotto un un sistema unico in grado di dialogare con istituzioni, mercato e produttori, di rappresentare un interesse e non consegnarlo ad altri. In questo senso abbiamo una grande responsabilità".  

Sul tema dell'innovazione ad essere presentata nel corso del workshop "Milkcoop forum" la case history della mantovana Latteria San Pietro, capofila del progetto Gestigrana, un software gestionale per mappare l'intera filiera di produzione del Grana Padano, dal mangime alla lavorazione del formaggio. L'obiettivo garantire al consumatore la qualità dell'intero processo, e un formaggio genuino e controllato a partire dalla tracciabilità della filiera grazie al QR code disponibile su ogni confezione. Un modello che ha affermato Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio di tutela Grana Padano "se vincente potremmo promuovere ad altre aziende". Potrebbe essere invece valtellinese la prima azienda lombarda ad adottare un regolamento interno che obblighi stalle e allevatori a rispettare i requisiti minimi certificati dalla normativa europea per la produzione di latte e formaggio di montagna. Entro un anno, spiegano dalla Latteria sociale Valtellina di Delebio, realtà di punta del lattiero caseario nel sondriese con più di 100 aziende aderenti "tutti i soci dovranno adeguarsi all'alta qualità". 

1/4 della produzione del food italiano è in cooperativa

Ad intervenire sul tema dell'export Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.  "Il made Italy è sempre più spesso richiesto a livello internazionale. C’è un mercato del food che si evolve, in cui il consumatore cerca prodotti innovativi e in cui il mondo della cooperazione può essere protagonista. Il nostro export sta crescendo, siamo arrivati a oltre 37 miliardi di euro. La cooperazione - ha sottolineato - che rappresenta in questo contesto 1/4 della produzione del food italiano nel settore, è inoltre cresciuta più delle imprese private. Significa che siamo capaci di cogliere opportunità e spenderci, senza contare che siamo alla guida di un settore cruciale dell’export, come confermano i dati di questi giorni che dicono che la cooperazione rappresenta il 70% dei prodotti a marchio d'origine riconosciuti dell’Europa"

Alleanza Cooperative Agroalimentare, un'opportunità da costruire con lo sforzo di tutti

"Tuttofood è una vetrina internazionale e un'opportunità per la filiera agroalimentare cooperativa. Chi in questi giorni è passato dal nostro stand l'ha definito spoglio, ma non è un caso - ha detto Fabio Perini, presidente di Alleanza Cooperative Lombardia - Agroalimentare -. Non c'erano foto storiche, non c'erano immagini delle nostre aziende, ma sono troppe e non avremmo avuto lo spazio per tutte" scherza. "Questo stand però è simbolico. L'Alleanza la stiamo costruendo, è quello spazio bianco che ora vedete, è lo spazio di tutti quelli che crederanno in questo progetto e che con un po' di sforzo contribuiranno a riempire quella parete. Il nostro obiettivo è interpretare gli scenari, aprirci all'innovazione e dare opportunità alle imprese. Abbiamo un grande potenziale, qui ci sono aziende enormi, che sanno stare sui mercati internazionali e altre piccolissime, come quelle di montagna. Noi ci saremo per tutti".

Food, una nuova sfida di cui essere protagonisti

"Dopo Expo, dall'input legato al tema del cibo, Milano ha assunto una caratteristica internazionale e oggi con Tuttofood ci riprova. Alcuni dati per capire perché Milano è diventata trainante: oltre i 22 milioni di visitatori di Expo, nel 2016, quando Expo non c’era più, si è classificata al quattordicesimo posto tra le metropoli più visitate al mondo (*classifica Mastercard), con quasi 8 milioni di persone, appena al di sotto di Barcellona e Amsterdam, ma anche forte attrazione di capitali e d’investimenti, tanti eventi internazionali, potenti sviluppi infrastrutturali, e soprattutto  ricerca e sviluppo tecnologico. Oggi milano fa trend, fa tendenza, questo va colto fino in fondo" ha detto Massimo Minelli, copresidente di Allenza Cooperative Lombardia. Le sfide per il futuro? Lo sviluppo dell’area Expo con Cascina Triulza e Fiera Milano. "È partita una nuova sfida. Cosa ci sarà in quell'area? La ricerca, con l'Università di Milano, un polo agroalimentare e lo Human Tecnopole con 7 centri di ricerca e uno per noi particolarmente importante, l'agri food and nutrition genomic center". "L'altro punto", ha continuato, "è Fiera di Milano. Fiera sta cambiando pelle, c’è un piano strategico importante da 150 milioni di euro, e una delle 4 gambe è il cibo. Forse anche su questo le associazioni e le imprese cooperative devono riflettere per capire se su questi piani di gioco vogliamo svolgere un ruolo da comprimari o da veri protagonisti". 

Innovare i prodotti verso nuovi stili di consumi, non "mummificare" la tradizione

Dai prodotti tipici a quelli "more end less", "con più qualcosa o senza qualcosa" i consumi degli italiani hanno subito enormi evoluzioni. In questo contesto l’agroalimentare italiano che direzione deve prendete? A rispondere alla domanda Angelo Frascarelli, docente di economia politica e agroalimentare dell'Università di Perugia. "Il sistema agroalimentare italiano si fonda su questo triangolo: agricoltura, tradizione, tipicità. Se rimaniamo in questo schema e non capiamo che i consumi si stanno evolvendo siamo morti. Bisogna seguire i nuovi stili di vita, che cambiano in maniera impressionante" ha spiegato. Un esempio? "Cala il consumo di carne, soprattutto rossa, eppure nell’ambito delle carni il consumo di hamburger  aumenta a due cifre. Quello che sta salvando le nostre razze locali è l’hamburger di Chianina, un prodotto locale, di una zona particolare d’Italia salvato da una parola americana, l’hamburger".  Se guardiamo i dati dal 2000 al 2016 i consumi alimentari sono diminuiti del -7,4% in quantità. Si compra di meno ma si spende di più. In compenso aumenta l'export. Un Paese come l’Italia, secondo i dati, ha una crescita stimata, da qui al 2025, del +7%.  "Bisogna innovare i prodotti verso nuovi stili di consumi, aumentare la gamma e non mummificare la tradizione" ha detto il professore. Orientarsi all'export, incentivare l'innovazione, migliorare l’efficacia dei controlli possono essere a lungo andare uno schema vincente "Se i controlli sul biologico non sono efficaci alla lunga perdiamo tutti" ha chiosato, senza dimenticare l'importanza di fattori come "l'educazione alimentare e la promozione all’estero". "Questi cambiamenti - ha concluso  - non sono una cosa negativa come qualcuno dice, ma positiva. I produttori devono seguire i consumi alimentari perché sono occasioni di reddito".