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Match Your Art all’Arch Week Milano 2025

Match Your Art all’Arch Week Milano 2025

Arte, cooperazione e comunità: due giornate al Centro Culturale di Milano per un nuovo dialogo tra giovani talenti e mondo cooperativo

Categorie: Confcooperative Cultura Turismo Sport

Tags: cooperazione,   arte,   Match Your Art

Come l’arte possa trovare nuovi spazi e funzioni all’interno del panorama culturale contemporaneo, oltre i confini tradizionali della galleria e del lavoro individuale, è l’interrogativo discusso nell’incontro “Arte, luoghi, comunità”, ospitato giovedì 30 ottobre negli spazi del Centro Culturale di Milano, a chiusura della prima edizione di Match Your Art (MYA), parte del palinsesto della Milano Arch Week 2025.

Ideato da Alberto Gianfreda e Fabrizio Pozzoli, Match Your Art è promosso da Confcooperative Lombardia e dall’Accademia di Brera, con il supporto delle cooperative Detto Fatto, LaFucina e del Consorzio CCL.

L’appuntamento ha riunito rappresentanti del mondo artistico, museale, cooperativo e imprenditoriale per riflettere su come l’arte possa contribuire alla costruzione di comunità e alla rigenerazione dei territori e come diffondere la materia artistica in contesti informali oltre ai luoghi istituzionali e come renderla accessibile e condivisibile.

Un’iniziativa che, nel cuore della settimana milanese dedicata all’architettura, ha rimesso al centro il ruolo dell’arte come strumento costruzione di comunità e generazione di valore sociale.

Un dialogo tra arte, cooperazione e impresa

Moderato da Federica Verona, urbanista e consigliere di Confcooperative Cultura Turismo Sport Lombardia e CCL. L’incontro ha visto gli interventi di Camillo Fornasieri, direttore del Centro Culturale di Milano; Fabrizio Pozzoli, presidente di Confcooperative Cultura Turismo Sport Lombardia e co-ideatore di Match Your Art; Guido Lodigiani docente dell’Accademia di Brera; Alberto Gianfreda, artista e docente di tecniche per la scultura, co-ideatore di Match Your Art; Daniela Farioli, architetto e coordinatrice MYA per Confcooperative Lombardia; Maria Fratelli, direttrice della Fabbrica del Vapore, del CASVA e della Casa della Memoria; Marco Amato, vicepresidente di Museimpresa e direttore del Museo Lavazza; Claudia Taibez, responsabile del Museo Villa Bernasconi di Cernobbio.

Ad emergere, nei diversi interventi, è stata una visione condivisa: l’arte come forza capace di unire mondi diversi, di generare valore culturale-sociale-economico e di costruire relazioni durature tra persone, istituzioni e territori. Pozzoli ha evidenziato come l’approccio cooperativo e quello artistico condividano la stessa logica generativa: «L’artista e il cooperatore partono entrambi da un’intuizione e da un rischio. Il valore nasce dal fare insieme, dal mettersi in gioco con gli altri». Daniela Farioli, ha sottolineato il valore della collaborazione tra artisti, istituzioni e imprese: «Solo costruendo alleanze tra mondi diversi possiamo generare nuovi modelli di produzione e fruizione culturale. È un lavoro lento, ma necessario». Per Gianfreda, è necessario trovare opportunità e luoghi per superare la solitudine dell’artista e favorire la cooperazione invece della frammentazione del sistema e introdurre nuove forme di committenza.

Le istituzioni culturali come motori di partecipazione

Un secondo momento del dibattito ha raccolto le riflessioni di Maria Fratelli, Marco Amato e Claudia Taibez, che hanno portato la prospettiva dei musei e delle istituzioni culturali.
Maria Fratelli ha descritto il lavoro “ai bordi” del sistema, dove spesso le istituzioni si muovono con risorse limitate ma con la responsabilità di scegliere e accompagnare progetti che possano restituire visibilità pubblica agli artisti. Nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di aprire spazi che consentano “l’inusitato”, e di restituire agli artisti «una platea intesa come comunità». Fratelli ha poi messo in evidenza una mancanza strutturale: «Manca la consapevolezza che l’arte genera valore. Sempre». Per lei la sfida è rompere gli stereotipi, costruire nuovi pubblici e riportare al centro parole come partecipazione e gratuità: «I musei dovrebbero essere come le biblioteche, luoghi dove poter accedere liberamente alla cultura».

Sulla stessa linea Marco Amato, che ha messo in parallelo il percorso dell’artista e quello dell’imprenditore. «Entrambi credono fortemente in un’idea e per questo sono disposti a fare sacrifici molto importanti», ha spiegato, ricordando come le imprese possano diventare interlocutori culturali naturali. «Quando un’impresa prende coscienza della propria identità culturale, comincia a interrogarsi su ciò che ha prodotto nel tempo. È lì che nasce il dialogo con la cultura», ha affermato.
Amato ha raccontato il lavoro di co-progettazione tra Museimpresa e le istituzioni museali: «Con molti musei progettiamo insieme contenuti, non per entrare nella curatela, ma per dare coerenza e solidità ai progetti: solo così il pubblico riconosce un valore». Nel suo intervento ha insistito anche sulla necessità di restituire all’arte un linguaggio accessibile: «L’arte deve tornare a parlare a tutti, permettere a chiunque di entrare in dialogo con l’artista».

A chiudere la sessione, Claudia Taibez ha portato l’esperienza del Museo Villa Bernasconi di Cernobbio, realtà giovane e flessibile che sperimenta nuove forme di relazione con il pubblico. «Villa Bernasconi è un’idea nuova di museo, un museo-casa senza collezione, dove il visitatore può fare un’esperienza culturale moderna e inclusiva», ha spiegato, sottolineando come la dimensione ridotta possa diventare un vantaggio: «Ci permette di lavorare in rete con scuole e giovani, e di ospitare progetti site-specific e collaborazioni formative». Sul tema dell’accesso, Taibez ha proposto una sfumatura: «Non sono sicura che la gratuità sia la chiave vincente, ma credo serva lavorare sulla formazione e sulle nuove generazioni per rendere l’arte e la cultura più quotidiane e confidenziali».

L’incontro del 30 ottobre è stato preceduto da un momento di lavoro aperto al pubblico dedicato alla condivisione dei risultati del primo anno di sperimentazione del progetto. Protagoniste le cooperative CCL, Detto Fatto e LaFucina, insieme ai giovani artisti e autori delle opere Federica Balconi, Giacomo Bettelle, Andrea Fabrizio, Leonardo Fenu e Giulia Scognamillo, assieme ai docenti dell’Accademia di Brera e ai referenti di Confcooperative coinvolti nel percorso.