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L’appello di Confcooperative Federsolidarietà Lombardia per la pace

L’appello di Confcooperative Federsolidarietà Lombardia per la pace
La cooperazione è al fianco dei più fragili, di chi è emarginato, costruisce ponti, non muri

Categorie: Confcooperative Federsolidarietá

Tags: editoriale

Il 2025 è stato proclamato dalle Nazioni Unite come l’anno internazionale delle cooperative, un’iniziativa che riconosce e celebra il ruolo essenziale che le cooperative svolgono nello sviluppo sostenibile. Il tema scelto è “le cooperative costruiscono un mondo migliore”.

Oggi, alla luce dell’attuale situazione economica, politica, sociale, mentre il 2025 è ormai agli sgoccioli, sentiamo l’urgente necessità di ricordare che, per costruirlo un mondo migliore, è prima indispensabile desiderarlo.

Il mondo conta oltre 100 conflitti armati nel 2025, secondo i dati dell’Uppsala Conflict Data Program. Tra questi, il conflitto in Ucraina prosegue da anni, mentre nella striscia di Gaza, in risposta a una spietata e crudele uccisione di cittadini israeliani compiuta da Hamas, si sta consumando una tragedia umanitaria senza precedenti: lo sterminio di un intero popolo, che non ha più cibo, medicinali, acqua, cui viene impedito di portare aiuto e soccorsi e che non ha più un posto sicuro in cui rifugiarsi. Queste guerre non restano circoscritte ai territori colpiti, ma si riflettono anche sulla nostra società: alimentano paura e divisione, accentuano lo smarrimento collettivo e contribuiscono ad indebolire i legami sociali. Il risultato è una crescente difficoltà a confrontarsi con idee diverse e a immaginare un futuro comune e condiviso.

In questo contesto drammatico, moltissime lavoratrici e lavoratori delle cooperative scelgono di reagire. Lo fanno opponendosi a questa disumanizzazione e alla frammentazione, chiedendo di fermare l’oppressione di uomini, donne, bambini, manifestando solidarietà concreta a chi non ha più nulla, a chi è stato privato di ogni diritto, anche quello di essere bambini, a chi sta provando a sopravvivere sotto le bombe. E chiedono a noi che li rappresentiamo di prendere posizione.

È difficile continuare a costruire un mondo migliore, oggi, se alla radice, in questo stesso mondo, non c’è pace, se manca il rispetto di ogni diritto umano, se viene violata ogni regola internazionale. Difficile se stiamo assistendo al ritorno dell’età della violenza, della legge imposta dal più forte e non basata sulla giustizia e sul diritto.

Questo tocca inevitabilmente anche l’essere impresa, il poter continuare a fare quello che le cooperative fanno ogni giorno, tessere pazientemente quella rete che può portare a un cambiamento, perché è una rete in cui hanno posto e acquisiscono potere anche i più fragili, i più piccoli, i più deboli: l’essenza stessa della cooperazione.

L’Italia ripudia la guerra, dice la nostra Costituzione. L'obiettivo numero 16 dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile è quello di promuovere società pacifiche ed inclusive. Gli stessi valori cardine della cooperazione sono pace, etica, solidarietà. La cooperazione è al fianco dei più fragili, di chi è emarginato, costruisce ponti, non muri. 

Per questo, oggi come ieri, la nostra posizione non può che essere la stessa: siamo dalla parte di chi promuove la pace, di chi chiede, in ogni sede, la fine della guerra, di chi manifesta solidarietà, non solo a parole, verso chi ha perso tutto, sotto i bombardamenti. Ci uniamo alle tante voci della società civile, alle tante organizzazioni, in Italia e nel mondo, che stanno chiedendo il cessate il fuoco e l’interruzione del massacro, che chiedono alle istituzioni di mettere in atto azioni concrete per la pace. Il momento è ora.