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Impresa, coesione, visione: l’Europa che serve oggi

Impresa, coesione, visione: l’Europa che serve oggi

L'editoriale di Massimo Minelli

Categorie: Primo PianoConfcooperative Lombardia

Tags: editoriale

Gaza sta diventando lo specchio deformato di un mondo dove la risposta ai conflitti sembra sempre più passare dalle armi, e sempre meno dalla politica e dalla diplomazia. Di fronte a questa realtà, è importante non restare in silenzio: serve uno stop immediato alle ostilità, l’apertura di corridoi umanitari e un programma europeo di accoglienza per i profughi. Crediamo che l’economia sociale, la cooperazione, la partecipazione democratica siano le vere infrastrutture della pace. Da oltre due anni lo affermiamo con convinzione, dentro e fuori dalle nostre organizzazioni. Lo abbiamo ribadito anche nell’ultima assemblea di Confcooperative Lombardia, aperta con il tema della pace e il videomessaggio del cardinale Pierbattista Pizzaballa, che continuiamo a sostenere nel suo impegno per il dialogo e la ricostruzione umana e sociale. Accogliamo con grande attenzione le recenti parole del cardinale Pietro Parolin.

Non è compito nostro dettare le vie della diplomazia, ma ricordare il valore della pace come principio fondativo della cooperazione è una responsabilità che sentiamo fino in fondo.

È proprio in questo contesto globale che si innestano scelte economiche e politiche che ci interrogano da vicino: il cambiamento di rotta dell’Unione Europea, che, come ha ben spiegato Giuseppe Guerini, presidente di Cecop-Cicopa Europe in un articolo su Vita.it, sta ridefinendo le sue priorità di bilancio, spostando risorse dalla coesione alla spesa militare. Una scelta grave, che rischia di svuotare la dimensione sociale dell’Europa, sostituendo la solidarietà con la logica del riarmo. Inoltre, la decisione della Banca Centrale Europea di confermare i tassi di interesse, come ha scritto recentemente il nostro Presidente nazionale Maurizio Gardini sul Sole 24 Ore, è un atto di debolezza politica che l’Europa non può permettersi. Di fronte alle tensioni geopolitiche, ai nuovi dazi, alla crisi industriale, sarebbe stato necessario un segnale forte di fiducia, di sostegno all’economia reale, non una chiusura difensiva: “la differenza tra la prudenza e la paralisi”.

Confcooperative si è espressa inoltre sull'accordo raggiunto tra Unione Europea e Stati Uniti, che mette fine ad una fase di incertezza dopo mesi di instabilità che hanno rischiato di portarci a una guerra commerciale che le imprese non avrebbero potuto reggere. Tuttavia, non si possono nascondere le preoccupazioni: i dazi al 15% costituiscono comunque un fardello significativo per il tessuto produttivo europeo. Ora più che mai è fondamentale un riassetto strategico del mercato che tenga conto non solo delle nuove aliquote tariffarie - alcune delle quali sono ancora in fase di definizione - ma anche delle dinamiche valutarie, con particolare attenzione alla svalutazione del dollaro che sta ridisegnando gli equilibri commerciali globali.

È il momento di dimostrare leadership e visione politica. Dal piano della Commissione alle scelte di politica monetaria della BCE, ogni strumento disponibile deve essere orientato a costruire un’Europa più forte, più coesa e più competitiva. In sintesi, un’Europa in cui l’economia sociale, come strategia industriale, sia centrale.


Massimo Minelli

Presidente di Confcooperative Lombardia