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Confcooperative all’assemblea del Consorzio di Tutela Grana Padano (che compie 70 anni)

Confcooperative all’assemblea del Consorzio di Tutela Grana Padano (che compie 70 anni)

Drei: “nessun cedimento sulla tutela delle indicazioni geografiche, sono l’immagine piu alta del made in Italy”

Categorie: Confcooperative FedAgriPesca

Tags: agroalimentare,   Grana Padano DOP

Oggi a Montichiari (Brescia) l’Assemblea del Consorzio Grana Padano che celebra i suoi 70 anni. Un evento che ha visto la partecipazione del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e il videomessaggio del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, impegnata a Washington per il vertice con il presidente Trump. Tra gli interventi delle maggiori organizzazioni agroalimentari italiane anche il presidente di Confcooperative FedAgripesca Raffaele Drei.

Il 2024 è stato il migliore anno di sempre con una produzione di 5.635.000 forme, cresciute del 3,2%, un export pari al 51,2% e quotazioni all’ingrosso del Grana Padano a livelli record. Oltre 2,9 milioni di tonnellate di latte della zona DOP (Lombardia, Veneto, Piacenza, Piemonte e Trentino) sono state trasformate in Grana Padano dando risultati soddisfacenti sia ai 135 caseifici che alle quasi 4.000 stalle coinvolte dalla DOP Grana Padano. Il bilancio 2024 chiude in sostanziale pareggio con 65 milioni di fatturato, di cui in promo pubblicità 47 milioni di euro.

“Nel 2024 abbiamo proseguito nella crescita delle produzioni avviate negli ultimi anni – ha dichiarato il presidente del Consorzio, Renato Zaghini – abbiamo performato ottimamente all’estero e in Italia e siamo stati la destinazione più redditizia al mondo per il latte da silomais”.

Il direttore generale Stefano Berni ha sottolineato come, nonostante le incertezze, il sistema Grana Padano prosegua nella sua espansione internazionale: “Già quest’anno il 51,2% della produzione è finita oltre confine. E, anche se gli USA non raggiungono l’8% del nostro export totale, i nuovi dazi sarebbero una penalizzazione grave, che ci auguriamo venga evitata”.

"Non bisogna cedere sulla tutela delle Indicazioni Geografiche che rappresentano per il nostro Paese un patrimonio economico e culturale inestimabile, oltre che l’immagine più alta del Made in Italy”, ha dichiarato Drei nel suo intervento.

“Alla luce del delicato contesto internazionale, ritengo che il tema dei dazi non vada né esasperato né sottovalutato. È opportuno a mio avviso compiere un ragionamento più ampio rispetto al rapporto tra l’Italia e gli Usa, consapevoli che siamo di fronte ad un nuovo “disordine” mondiale, con una vera e propria minaccia a quello che è stato finora l’equilibrio del commercio globale”. Diventa indispensabile pertanto, secondo il presidente di Fedagripesca “attrezzarsi al più presto per consentire alle nostre imprese di affrontare al meglio i diversi shock che si vanno a prefigurare, nel contesto internazionale come in quello nazionale”. Di qui l’appello alle istituzioni. 

“Abbiamo chiesto e continueremo a chiedere al nostro governo una serie di misure e di interventi che sostengano la competitività delle nostre imprese”, ha dichiarato Drei. Così come a livello comunitario “confidiamo nell’approccio più razionale e aperto dimostrato dal Commissario Ue Christophe Hansen, con il quale speriamo di aver archiviato definitivamente le politiche estremiste e ideologiche della passata Commissione”. Alla luce delle sfide che l’agroalimentare deve affrontare, l’aggregazione e la concentrazione dell’offerta restano per il Presidente Drei delle leve fondamentali per riuscire a competere sui mercati. “Bisogna lavorare insieme e coordinati – ha dichiarato – se vogliamo garantire un futuro al nostro tessuto produttivo.

 I 70 anni di successo del Consorzio di tutela del Grana Padano, che vede il 65% della produzione nelle mani della cooperazione, sono a tal riguardo un mirabile esempio”. Un ultimo accenno è stato quello dedicato dal presidente della federazione agricola alle campagne denigratorie che, come per il vino, colpiscono anche la zootecnia. Si tratta di minacce che Drei considera “ancora più pericolose dei dazi, perché mettono a rischio le produzioni di origine animale, fondamentali per la tenuta del tessuto sociale ed economico del nostro Paese nonché parte del patrimonio culturale del nostro Paese”.

 

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