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SPES CONTRA SPEM

SPES CONTRA SPEM

L'editoriale del Presidente di Confcooperative Lombardia Massimo Minelli

Categorie: Primo PianoConfcooperative Lombardia

Tags: editoriale

Avevamo visto giusto un anno fa ad aprire la relazione assembleare di Confcooperative Lombardia, invocando la pace “per motivi umanitari e geopolitici ma anche per la vita delle nostre imprese e comunità”.

Purtroppo, da allora non trascorre giorno senza avere l’impressione di scivolare sempre più in una spirale di violenza, odio e contrapposizione che ricordano gli anni bui del Novecento che hanno preceduto i grandi conflitti mondiali.

Anche il nostro movimento cooperativo ha condiviso la denuncia dell’illegittima violazione dei confini e dei diritti di una libera Nazione, l’Ucraina, da parte della Russia di Putin, partecipando alle sanzioni e subendo consapevolmente un prezzo importante in termini di forte riduzione delle esportazioni dei nostri prodotti agro-alimentari.

Ci attendiamo ormai di subire un ulteriore e ingiusto sacrificio indotto da una scriteriata politica dei dazi voluta dall’America di Trump.

Ora, però, proprio nel momento in cui lo storico alleato americano sembra anteporre gli interessi con la Russia rispetto a quelli con la UE, invochiamo con forza che l’Europa sappia trasformare questa situazione di criticità in grande opportunità: perseguire una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini del continente di essere tutti Europei, superando contrapposizioni storiche e logiche competitive interne sterili che non hanno più senso e che hanno sempre ritardato il disegno federale europeo.

Per raggiungere questo obiettivo, però, le istituzioni europee devono saper tracciare con decisione una traiettoria che è quella di investire ed incentivare un nuovo modello, quella dell’economia sociale di mercato, con il quale perseguire “il primato delle persone e delle finalità sociali e ambientali rispetto al profitto” (risoluzione Parlamento UE 6 luglio 2022).

La questione della guerra in Ucraina e il modo con cui si deciderà di intervenire a questo punto diventerà decisiva.

Siamo molto preoccupati quando leggiamo di un piano REARM di centinaia di miliardi di euro per finanziare l’uso delle armi, incentivare una finanza di guerra con la Banca Europea e attrarre capitali privati per le stesse finalità. Tutte risorse distratte e sottratte all’agricoltura, ai servizi sanitari e di welfare, all’istruzione e alla formazione, alla ricerca a fini civili, alla cultura e alle politiche per le giovani generazioni. E tutto questo senza avere mai condiviso e tentato una seria azione diplomatica unitaria che portasse i contendenti a trovare una soluzione che evitasse o limitasse la distruzione e devastazione di intere regioni e soprattutto la perdita di centinaia di migliaia di persone su entrambi i versanti, eliminando di fatto un’intera generazione di giovani.  

Nelle ultime settimane abbiamo compreso meglio il motivo della totale assenza della diplomazia nel conflitto ucraino: la presenza delle cosiddette terre rare, materie prime fondamentali per lo sviluppo delle tecnologie digitali, su cui ormai il mondo intero compete. Una dinamica che, come evidenziato nell’analisi di Stefano Zamagni su Vita.it, si intreccia con il crescente peso dell'industria bellica sulle scelte politiche globali.

A pensar male si fa peccato, però viene il sospetto che, dopo averlo detto sottovoce, il sistema del turbo-capitalismo finanziario stia trovando un nuovo sistema in cui trasformarsi per continuare a fare soldi a palate (per pochi), risollevando così magari interi settori industriali in crisi a scapito di importanti politiche di sviluppo integrale di imprese, comunità e persone.

Credo che la cooperazione, in questa ora grave, non abbia scelta di dove collocarsi politicamente, perché ontologicamente, come dicevamo l’anno scorso in assemblea, “siamo chiamati a costruire ponti e non muri” e perché dentro una logica di economia di guerra tutti gli spazi di cui oggi ci occupiamo verrebbero inesorabilmente annullati. 

Questa è l’ora di farsi sentire, insieme a tutti i cittadini e le cittadine, per riaffermare i valori della pace, della convivenza sociale, del progresso umano. Nell’anno del Giubileo della Speranza insieme al nostro compianto maestro La Pira dobbiamo gridare che ancora crediamo in questi valori: SPES CONTRA SPEM. 


Massimo Minelli

Presidente Confcooperative Lombardia