Nell’ambito del WP3 del Progetto Ricrea, sono stati condotti test di laboratorio per verificare l’efficacia dei biotensioattivi, prodotti nel WP2, nel trattamento di terreni contaminati da idrocarburi pesanti (C > 12) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
Nel dettaglio, sono state realizzate prove di mesocosmo per valutare l’impiego di ramonolipidi e surfattina, i biotensioattivi sviluppati a partire dagli scarti cerealicoli. I test sono stati condotti su un terreno contaminato da 4500 mg /kg s.s. di idrocarburi pesanti proveniente dal Nord Italia.
Figura 1 – Terreno contaminato da idrocarburi prelevato da sito reale
Il terreno è stato trattato con due differenti tipologie di risanamento:
- processo biologico in fase solida (cd. “biopile”), che prevede il rivoltamento del terreno (landfarming);
- processo bioelettrochimico (BES+), che per mezzo di elettrodi stimola nel suolo l’attività metabolica di biodegradazione degli inquinanti organici, evitando insufflazione di aria e rivoltamento del materiale da trattare.
Per entrambi i processi, sono state testate aggiunte crescenti di biotensioattivi (0, 50, 100, 150 mg/kg s.s.).
Figura 2 – Prove di laboratorio – landfarming (durata = 20 gg)
Figura 3 – Prove di laboratorio – BES+ (durata = 20 gg)
I risultati mostrano che l’aggiunta di biotensioattivi favorisce la degradazione degli idrocarburi: in particolare, le rese di rimozione migliori (pari a circa il 60% in 20 giorni) sono state ottenute dosando 50 mg/kg s.s. di ramnolipidi.