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Da Politiké una speranza per il futuro

Da Politiké una speranza per il futuro
L'editoriale di Massimo Minelli, presidente di Confcooperative Lombardia

Categorie: Primo PianoConfcooperative Lombardia

Tags: cooperazione,   Politiké,   dirigenti

Secondo Confucio “Governare è un esercizio che comprende la responsabilità di ristabilire l’ordine ed il regnante non è al suo posto per costringere ma per trasformare e determinare un processo di armonizzazione”. L’ho letto sul libro “La Cina é già qui” di Giada Messetti, una dei numerosi docenti di Politikè, la scuola politica di Confcooperative Lombardia, di cui in questi giorni si sta concludendo la seconda edizione, sempre con la preziosa partnership scientifica di Fondazione Giannino Bassetti.

Credo che il lavoro di questi anni in Lombardia del nostro movimento cooperativo si possa riconoscere in questa massima.

Siamo partiti lanciando la sfida per cui la cooperazione, prima ancora che un’espressione economica, fosse uno stile di vita. Lavorare in forma collegiale significa rinunciare a qualcosa di sè per un’armonia più grande, superare l’istinto all’interesse individuale per perseguire il valore più alto della solidarietà e del bene comune, che si ottiene insieme e che genera sempre armonia e concordia nella comunità.

I tempi odierni ci stanno testimoniando come, in assenza in un equilibrio globale, non ci sia pace per nessuno.

E allora questa é l’ora della cooperazione!

Non perchè siamo i migliori o i più bravi ma perché abbiamo imboccato la via giusta della storia, quella via che unisce e non divide, che condivide e non sottrae, che cerca la collaborazione e non solo la competizione, che rinuncia a qualcosa per includere tutti, che rispetta e non deturpa, che va incontro al bisogno, anche quello più profondo, con la speranza di futuro.

Politikè in fondo ha voluto dire questo: essere coerenti con la nostra storia ultracentenaria, guardando avanti e preparando nuovi dirigenti in grado di affrontare in modo nuovo le sfide del futuro, capaci di “trasformare per armonizzare”.

Ma per fare questo occorre acquisire la consapevolezza che, acquisita nel tempo la nozione di mutualità interna ed esterna, bisogna lavorare per la mutualità globale ovvero per ristabilire una via equa al progresso che dovrà essere ricerca di equilibrio ed armonia fra diversi. La cooperazione non é un di cui della storia, una stortura del mercato, una nicchia di idealisti ma è uno degli ingredienti essenziali del futuro, senza il quale rischiamo di mettere in serio pericolo la sopravvivenza dell’umanità. Ed é per questo motivo che in questi anni abbiamo cercato di riportare al centro l’azione e la concezione più alta delle relazioni istituzionali del nostro movimento, rafforzandolo innanzitutto con il percorso unitario dell’Alleanza della Cooperazione Lombarda, esprimendo una posizione scomoda nelle ore più buie della crisi pandemica, avviando interlocuzioni, confronti e collaborazioni con le altre associazioni di categoria di impresa e col sindacato dei lavoratori.

Ai dirigenti e alle dirigenti della cooperazione del futuro non viene chiesta nessuna missione salvifica, ma di continuare a fare impresa ampliando le grandi relazioni interne ed esterne al proprio movimento, tessendo con pazienza ulteriori e grandi alleanze anche con realtà molto diverse, utilizzando soprattutto il terreno delle nuove tecnologie, non rinunciando mai a valorizzare ed esportare il profondo significato della bellezza del lavorare nel solco della nostra Costituzione e della sostenibilità così come ce l’ha regalata l’agenda 2030 dell’ONU.

Massimo Minelli,
presidente di Confcooperative Lombardia