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Sostenibilità, "transizione cooperativa" per guidare il cambiamento

Sostenibilità, "transizione cooperativa" per guidare il cambiamento

L'intervento di Massimo Minelli, presidente di Confcooperative Lombardia 

Categorie: Primo PianoConfcooperative Lombardia

Tags: cooperazione,   sostenibilità

Regione Lombardia ha organizzato per il 25-26-27 novembre il secondo Forum Regionale per lo Sviluppo Sostenibile. Un evento importante, che parte da un protocollo firmato tre anni fa anche dalla nostra organizzazione e dalle altre principali centrali cooperative e che, con un’agenda serrata, si propone di approfondire le questioni essenziali dell’Agenda ONU 2030, cercando di organizzare una risposta condivisa con le espressioni sociali ed economiche della Lombardia.

 Le transizioni in corso (ecologica, ma anche digitale), di cui tanto si parla, non potranno avere successo nell’interesse di tutti se non ne introduciamo una nuova, che ci riguarda da vicino: la transizione cooperativa, l’unica in grado di globalizzare e concretizzare il portato etico che sta alla base della giustizia, della crescita economica, dell’equità sociale e del rispetto dell’ambiente.

 La cooperazione su questo tema non è ferma: sono ormai tante le cooperative che hanno messo al centro delle proprie agende i 17 goals dell’agenda dell’ONU ma anche Confcooperative a livello nazionale da anni si muove in questa direzione.

 Confcooperative è stata la prima organizzazione di rappresentanza imprenditoriale a investire nella realizzazione del bilancio di sostenibilità e in azioni concrete di cambiamento culminate lo scorso 3 novembre con la celebrazione della prima giornata della sostenibilità cooperativa. La sostenibilità è inoltre tra le priorità del documento dell’Alleanza della Cooperazione Lombarda approvato lo scorso luglio ed è oggi oggetto di una specifica delega politica.

 Intanto l’intero pianeta è ancora attraversato dalla pandemia. Anche per questo è necessario sfruttare al massimo la maggiore attenzione e sensibilità dell’opinione pubblica sulle grandi criticità epocali: un futuro sostenibile e condizioni di vita e di lavoro più giuste.

 Diseguaglianze planetarie fondate su uno sviluppo basato esclusivamente sulla competizione e sulle leggi del mercato che hanno allargato a dismisura l’iniqua distribuzione della ricchezza, tutta a vantaggio di pochissimi interessi.

 Il tema ci riguarda. Come singoli, certo, ma in primis come organizzazioni, a cominciare da quelle espressione della società civile che aggregano persone, idee, che dispongono di reti internazionali come la cooperazione. 

 Questo è il momento di acquisire la consapevolezza che la cooperazione è la forma economica che più si coniuga con lo sviluppo sostenibile. Perché è ormai evidente, anche dalla recente riunione di COP26 a Glasgow, di quanto gli Stati, per una serie di reciproci condizionamenti e vincoli, risultino nell’impossibilità di trovare soluzioni radicali e adeguate a problemi ormai urgentissimi.

 La cooperazione è oggi un pilastro dello sviluppo: è vincente come modello di sostenibilità economica per le imprese, ha nel suo DNA la capacità di costruire progetti ad alto impatto economico, sociale e ambientale, produce lavoro reale, favorisce l’inclusione di persone fragili, è ancorata al territorio ma con legami internazionali. Una forma di impresa democratica che crede fortemente nella partecipazione dei soci-proprietari come processo di cambiamento.

 Oggi non è il tempo degli interessi di parte, ma l’ora delle Alleanze forti, dell’unità tra tutti movimenti che come noi, insieme a noi, siano disponibili a fare. Un nuovo sistema “win-win”, dove tutti vincono, dove tutti sono protagonisti: i movimenti ambientalisti, i movimenti economici, sociali e politici all’insegna del principio mutualistico, in alternativa alla vittoria di pochi che spesso lasciano indietro macerie.


Massimo Minelli
Presidente di Confcooperative Lombardia