Le transizioni in corso (ecologica, ma anche digitale), di cui tanto si parla, non potranno avere successo nell’interesse di tutti se non ne introduciamo una nuova, che ci riguarda da vicino: la transizione cooperativa, l’unica in grado di globalizzare e concretizzare il portato etico che sta alla base della giustizia, della crescita economica, dell’equità sociale e del rispetto dell’ambiente.
La cooperazione su questo tema non è ferma: sono ormai tante le cooperative che hanno messo al centro delle proprie agende i 17 goals dell’agenda dell’ONU ma anche Confcooperative a livello nazionale da anni si muove in questa direzione.
Confcooperative è stata la prima organizzazione di rappresentanza imprenditoriale a investire nella realizzazione del bilancio di sostenibilità e in azioni concrete di cambiamento culminate lo scorso 3 novembre con la celebrazione della prima giornata della sostenibilità cooperativa. La sostenibilità è inoltre tra le priorità del documento dell’Alleanza della Cooperazione Lombarda approvato lo scorso luglio ed è oggi oggetto di una specifica delega politica.
Intanto l’intero pianeta è ancora attraversato dalla pandemia. Anche per questo è necessario sfruttare al massimo la maggiore attenzione e sensibilità dell’opinione pubblica sulle grandi criticità epocali: un futuro sostenibile e condizioni di vita e di lavoro più giuste.
Diseguaglianze planetarie fondate su uno sviluppo basato esclusivamente sulla competizione e sulle leggi del mercato che hanno allargato a dismisura l’iniqua distribuzione della ricchezza, tutta a vantaggio di pochissimi interessi.
Il tema ci riguarda. Come singoli, certo, ma in primis come organizzazioni, a cominciare da quelle espressione della società civile che aggregano persone, idee, che dispongono di reti internazionali come la cooperazione.
Questo è il momento di acquisire la consapevolezza che la cooperazione è la forma economica che più si coniuga con lo sviluppo sostenibile. Perché è ormai evidente, anche dalla recente riunione di COP26 a Glasgow, di quanto gli Stati, per una serie di reciproci condizionamenti e vincoli, risultino nell’impossibilità di trovare soluzioni radicali e adeguate a problemi ormai urgentissimi.
La cooperazione è oggi un pilastro dello sviluppo: è vincente come modello di sostenibilità economica per le imprese, ha nel suo DNA la capacità di costruire progetti ad alto impatto economico, sociale e ambientale, produce lavoro reale, favorisce l’inclusione di persone fragili, è ancorata al territorio ma con legami internazionali. Una forma di impresa democratica che crede fortemente nella partecipazione dei soci-proprietari come processo di cambiamento.
Oggi non è il tempo degli interessi di parte, ma l’ora delle Alleanze forti, dell’unità tra tutti movimenti che come noi, insieme a noi, siano disponibili a fare. Un nuovo sistema “win-win”, dove tutti vincono, dove tutti sono protagonisti: i movimenti ambientalisti, i movimenti economici, sociali e politici all’insegna del principio mutualistico, in alternativa alla vittoria di pochi che spesso lasciano indietro macerie.
Massimo Minelli
Presidente di Confcooperative Lombardia