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Anziani e disabili, da Regione nessuna risposta su emergenza Covid. Associazioni sollecitano

Anziani e disabili, da Regione nessuna risposta su emergenza Covid. Associazioni sollecitano
La lettera a Fontana e Gallera di AGESPI - ANASTE – ARIS - ARLEA – ANFFAS – ACI Welfare (Confcooperative e Legacoop) – UNEBA.

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Tags: sociale,   Disabili,   anziani,   sanitario,   sociosanitario,   rsa,   Coronavirus,   covid19,   case di riposo,   rd

La lettera di sollecito al governatore Attilio Fontana e all’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera per un tavolo sulle criticità del comparto sociosanitario che gestisce strutture sanitarie per anziani RSA e RSD, centri per disabili, per la salute mentale e tossicodipendenze. Ad inviarla le principali associazioni del sistema socio sanitario lombardo AGESPI - ANASTE – ARIS - ARLEA – ANFFAS – ACI Welfare (Confcooperative e Legacoop) – UNEBA.

La richiesta, segue la denuncia del 20 aprile  in cui venivano messe in luce le carenze della Regione nella gestione dell’emergenza nelle Rsa. La risposta scrivono le associazioni “assume il carattere di estrema urgenza”, in assenza soprattutto di un riscontro sulle criticità già presentate su tamponi, indagini sierologiche, applicazione DGR 3018/20, approvvigionamento DPI, gestione personale e organizzazione, centrale unica trasferimenti e assistenza domiciliare.

 

Ecco il testo integrale della lettera:

L’emergenza sanitaria in corso sta mettendo a dura prova l’intero settore sociosanitario lombardo che, insieme al comparto sanitario, rappresentano i pilastri del welfare lombardo dentro il quale si garantiscono e si tutelano i diritti alla cura, alla salute e all’assistenza costituzionalmente previsti nei confronti di persone fragili e croniche, anziani, minori, disabili e tutte le povertà, nessuna esclusa.

La nostra richiesta del 20 aprile rivolta a lei e all’Assessorato al Welfare assume il carattere di estrema urgenza, oggi, a seguito dell’emanazione del DPCM del Governo Nazionale che prevede una prima apertura delle attività produttive e della società civile per il giorno 4 maggio 2020.

Il contesto, nel quale i nostri associati stanno lavorando, è indubbiamente variato dal mese di febbraio e l’analisi si rende improcrastinabile per la programmazione della “fase due” anche alla luce dell’esigenza di sistemare alcune criticità già presentate nella lettera richiamata in oggetto, ancora in attesa di Vostra risposta, (tamponi e indagini sierologiche, applicazione DGR 3018/20, approvvigionamento DPI, gestione personale e organizzazione, centrale unica trasferimenti e assistenza domiciliare) e nuove problematiche emerse in questi giorni, in un contesto di rapida evoluzione.

Nello specifico:
1) ripresa sanitaria: analizzare e studiare soluzioni per l’apertura graduale dei nostri servizi, anche a carattere semiresidenziale, verso nuova utenza esterna all’interno di un percorso condiviso e scritto di regole di sicurezza, ivi incluso l’apertura ai parenti e ai familiari dei nostri utenti; l’assenza di chiare indicazioni nel DPCM governativo proietta i nostri associati in un percorso di incertezza istituzionale anche alla luce delle richieste di Anci Lombardia del 24 aprile 2020 – prot. 1320/20; la previsione di cui all’art 8 del DPCM impone necessariamente un tavolo di confronto relativamente piani territoriali e condivisione di protocolli.


2) ripresa economica: l’andamento del contagio nelle unità di offerta socio sanitarie lombarde ha creato effetti che si sono tramutati anche in una vera e propria emergenza economica e sono in corso di quantificazione le pesantissime perdite economiche finanziarie registrate in questi mesi; si richiede l’attivazione a Regione Lombardia di tutti gli strumenti di protezione economica e di sostegno agli enti previsti nel decreto Cura Italia e nel decreto Liquidità nonché negli emanandi nuovi decreti oltre al potenziamento dei budget di esercizio e delle risorse stanziate nelle regole di sistema 2020; ciò passa dalla conferma degli attuali budget, da rimodulare in maniera definitiva in questi giorni e dall’incremento mirato e concordato, con le associazioni di rappresentanza, di copertura dei maggiori, straordinari e obbligatori costi per il contrasto alla diffusione del contagio Covid 19; di tale drammatica esigenza si fa anche carico Anci Lombardia sempre nella nota del 24 aprile 2020 – prot. 1320/20; le RSA hanno inoltre contribuito, loro malgrado, non essendo stata accolta la richiesta di ricovero ospedaliero, dove formulata, al contenimento dei ricoveri ospedalieri dei propri assistiti garantendo la sorveglianza sanitaria e l’assistenza dovuta secondo le normative regionali del settore; si richiede di poter prevedere per gli ospiti COVID+ la possibilità di un riconoscimento economico pari alle degenze di sorveglianza;


3) ripresa organizzativa: questa è la sfida che tutti insieme dobbiamo affrontare e vincere per dare assetti sicuri, certi e solidi alla produzione dei servizi socio sanitari e assistenziali sin dal mese prossimo di maggio; l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità del 17 aprile 2020 (n.4 COVID 19) prevede una serie, in ordine graduale e crescente, di soluzioni organizzative per i nostri enti, indicando come ultimo stadio RSA interamente COVID; la richiesta di costituzione del tavolo assume, pertanto, assoluto rilievo e priorità per questo terzo punto, laddove si renda necessario individuare soluzioni organizzative per gli utenti e gli operatori sanitari asintomatici e paucisintomatici, largamente diffusi nei nostri enti;


4) evoluzione della pandemia: con il COVID-19 dovremo convivere almeno fino alla possibilità di ricorrere a un vaccino, il che non avverrà a breve perché occorre un processo lungo ed elaborato prima di arrivare a un’affidabile efficacia immunizzante; comunque, il virus diventerà endemico, potendo ricomparire in forme mutate in futuro. Tutto ciò torna a sottolineare che la prevenzione non è solo la prima fase ma una condizione da mettere in atto ogni giorno in un perfetto coordinamento tra tutti gli attori del territorio, anche al fine di condividere protocolli di cura nei diversi setting così da non gravare sugli ospedali.


Alla luce di quanto fin qui esposto, nonché per evitare che l’eventuale insorgere di risalite nei contagi dia luogo a perdita di fiducia generalizzata, si richiede, nuovamente, l’urgente costituzione e attivazione di un tavolo di lavoro con Regione Lombardia al fine di delineare percorsi e strumenti omogenei le attività sociosanitarie e assistenziali in Regione in funzione dell’evoluzione della Pandemia COVID-19.


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