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BCC, MENNI: PROCESSO DI RIFORMA NON VA FERMATO

BCC, MENNI: PROCESSO DI RIFORMA NON VA FERMATO

L'intervento del vicepresidente regionale e nazionale sulle pagine del Giornale di Brescia

Categorie: Primo Piano

Tags: riforma,   Bcc,   banche credito cooperativo

Territorialità, innovazione, sfide internazionali. Da una storia plurisecolare al processo di riforma, le Bcc sono in gioco per continuare ad affermarsi in un mercato sempre più complesso e competitivo.  Dalle pagine del Giornale di Brescia di oggi le riflessioni del vicepresidente lombardo e nazionale di Confcooperative Marco Menni sugli scenari futuri e le necessità di cambiamento.

Le Bcc sono banche che esibiscono un positivo presbitismo virtuoso, fra l'attenzione alle dinamiche economiche (inter)nazionali e un futuro che intende dispiegarsi sempre verso la comunità di riferimento: una preziosa funzione a favore delle innovazioni, accanto alle future generazioni, beninteso all'interno di una evoluzione del sistema bancario e creditizio che ha condizionato e condizionerà sempre più il modo di operare del sistema bancario e non solo. 

2. Le Bcc sono particolarmente reattive alle necessità e alla sicurezza della propria clientela. Non a caso nelle ultime stagioni - indipendentemente da riforme e costrizioni - si è passati da una presenza bresciana da 11 Bcc alle 7 di oggi. Progetti e intelligenti fusioni che hanno coinvolto le realtà cooperative locali al fine di meglio rispondere alle nuove esigenze (non solo finanziarie) delle comunità e del sempre più esigente mercato.

3. La riforma delle Bcc è stata definita per taluni versi anche "Autoriforma" per via del diretto impegno che ha coinvolto intensamente gli stessi istituti bancari. Come tutte le riforme possono apparire imperfette e migliorabili, ma rimane un percorso ineludibile che non può ora conoscere tentennamenti, pena l'irrilevanza del proprio operato. 

4. Accanto alla riforma, il vero tema è ora: quali relazioni deve intrattenere il sistema cooperativo con le istituzioni e, soprattutto, quali rapporti si debbono attivare con la vigilanza italiana e europea? Nella consapevolezza che nuove norme pensate per grandi gruppi possono negativamente condizionare le specificità del sistema bancario cooperativo, mentre va salvaguardata la possibilità per le basi sociali delle Bcc "virtuose" di esprimersi con autonomia pur all'interno dei patti, a tutela reciproca, che i gruppi dovranno agire.

Insomma: l'intreccio fra attenzione al locale e sguardo aperto al sistema internazionale va coniugato con il mantenimento delle nostre specificità. Ovvero: il legame col territorio e la sua economia reale; un'adeguata autonomia legata alla buona tradizione gestionale locale; la libertà, in una virtuosità gestionale, di esprimere liberamente i propri amministratori, nel collegamento fra direzione tecnica, scelte strategiche, sensibilità sociali. 

La vera sfida è la definizione di norme e regole che sappiano connettere, nell'agire quotidiano, le Bcc, le loro rappresentanze, i gruppi di appartenenza, gli organi di vigilanza e le attese comunitarie. Per declinare nella contemporaneità le caratteristiche di mutualità locale proprie delle Banche di Credito Cooperativo protagoniste della nostra storia. Quella futura.