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LIFE STYLE COOP, LO STILE DI VITA COOPERATIVO PROTAGONISTA A EXPO

LIFE STYLE COOP, LO STILE DI VITA COOPERATIVO PROTAGONISTA A EXPO
Un confronto aperto sulle esperienze cooperative di maggior successo per ridisegnare la mappa della cooperazione moderna sulle tracce dei principi di etica cooperativa

Categorie: Confcooperative Lombardia

Tags: cooperazione,   stili di vita,   lavoro,   consumo critico,   welfare,   occupazione

Generare nuovi modelli, in un'ottica di rinnovamento, per cambiare i paradigmi del passato. Dal welfare, al lavoro, al consumo critico, tanti i temi affrontati ieri a Cascina Triulza, il padiglione Expo della società civile di cui Confcooperative è Official Sponsor, nel corso di “Life Stile Coop” il “coop talk” moderato da Pietro Raitano, direttore di Altreconomia sugli stili di vita cooperativi con ospiti Mattia Affini, portavoce nazionale dei Giovani cooperatori di Confcooperative, Paolo Campagnano, presidente di Impact Hub Rovereto e coordinatore Coop Up, Andrea Vecci, vicedirettore di Economia e Sostenibilità e Giorgio Lonardi di Confcooperative Brescia. 

Un confronto aperto sulle esperienze cooperative di maggior successo, affrontate nella mattinata in workshop tematici, per ridisegnare la mappa della cooperazione moderna sulle tracce dei principi di etica cooperativa. L'evento è stato organizzato da Confcooperative Lombardia, in collaborazione con la Federazione Lombarda delle Banche di Credito Cooperativo nell'ambito della "settimana da protagonista" Confcooperative a Expo Milano 2015.

Welfare e cooperazione, può essere un binomio perfetto? “Il modello cooperativo è riuscito a reinventare i servizi, migliorando la qualità della vita degli utenti. Il welfare è un tema soggetto al cambiamento, così come i modelli di welfare che devono cambiare perché il mondo cambia. In questo contesto, il modello cooperativo, proprio per la sua flessibilità e capacità di interpretare i bisogni, è cruciale per lo sviluppo di questo settore” ha dichiarato Mattia Affini

“La cultura del welfare non soltanto alimenta l’identità della cooperazione – ha affermato Andrea Vecci - ma allo stesso tempo è generata da questa forma di mutualismo che è non rinunciare mai all’interdipendenza, non dimenticarsi mai di nessuno, non solo degli ultimi”. Guardando al futuro continua: “Il mondo della cooperazione ha la responsabilità di gemmare in nuove forme, valori, e significati che viviamo tutti i giorni”.  

Dalle esperienze del Commercio Equo e solidale a quelle dell’energia elettrica, la cooperazione orienta anche modelli di consumo. Anche in questo settore, spiega Paolo Campagnano “il valore aggiunto del mondo cooperativo è quello di intercettare una domanda e orientarla, anche se minore è la capacità di creare una risposta sufficientemente per un pubblico di larga scala.  Nel caso della produzione condivisa di energia, possiamo riconoscere il valore aggiunto nella capacità, per la cooperazione, di gestire il lavoro aggiunto generato e la possibilità per l’utente di accedere non solo a un bene che risponda alle sue scelte etiche e di equità, ma anche di poter condividere il valore anche economico del prodotto generato”. 

Dare dall’interno risposte nuove a nuovi bisogni è ciò che il modello cooperativo propone anche quando si parla di lavoro e occupazione. Citando l’esempio cooperativo del Consorzio Goel, che in Calabria riqualifica lavoro e territorio, alla cooperativa tra professionisti Ines Bajardi, il filo comune, spiega Giorgio Lonardi “è che nessuna di queste realtà è nata per rispondere a un bisogno occupazionale ma dalla volontà di mutare condizioni di partenza e contesto valorizzando le competenze dei singoli soci e le interconnessione che la relazione genera dal punto di visto economico, senza campagne di marketing, ma scavando semplicemente nelle potenzialità della cooperazione”.