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COOPERATIVE OLTRE LA CRISI, DALL’HOUSING SOCIALE DI "STADERA" AI WBO "PATROLLINE"

COOPERATIVE OLTRE LA CRISI, DALL’HOUSING SOCIALE DI "STADERA" AI WBO "PATROLLINE"

Gli articoli del Corriere della Sera 

Categorie: Primo PianoConfcooperative Lombardia

Tags: Housing Sociale,   Workers buy out

Dall'housing sociale "ante litteram" delle "Quattro corti" del quartiere Stadera di Milano, all'avventura dei 9 dipendenti della Patrolline Group di Albavilla (Como) che acquisiscono l'azienda in crisi e la rimettono in piedi in cooperativa. Storie di ordinaria(?) cooperazione raccontate dal Corriere.  

"Le cravatte popolari dello Stadera sul tappeto rosso di Venezia"

dal Corriere della Sera Milano del 13/9

"Alle Quattro corti dello Stadera alla 73esima Mostra del cinema di Venezia. È il viaggio delle cravatte sferruzzate a maglia nel laboratorio sartoriale Serpica Naro con il marchio «Bubi». Venerdì pomeriggio sono apparse sul red carpetdel Lido, in mezzo agli abiti griffati dell’alta moda. Erano annodate al collo della troupe cinematografica che ha realizzato il documentario «Our war» di Benedetta Argentieri, Bruno Chiaravalloti e Claudio Jampaglia. Il cammino delle «cravatte popolari» fino alla Laguna parte da lontano, da un progetto riuscito di riqualificazione di case Aler. «Abbiamo iniziato i lavori nel 2000» spiega Alessandro Maggioni, presidente del consorzio Ccl e di Federabitazione Lombardia-Confcooperative. Il costo, due milioni di euro, è ripartito tra un finanziamento della Fondazione Cariplo, un mutuo e un prestito sociale. «Abbiamo anche investito risorse per rinnovare gli impianti termici — continua Maggioni — così da far calare le spese condominiali».Gli alloggi Aler sono pronti nel 2004, dopo la ristrutturazione gestita da una cooperativa di consorzio Ccl e Dar casa, che li avranno in comodato d’uso per 25 anni. Nella gestione entra in gioco anche NoiCoop. Gli appartamenti a prezzo calmierato vengono affittati a italiani e stranieri e nasce l’idea di creare spazi di condivisione tra gli inquilini e il quartiere"

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Como, il miracolo Patrol line«Così abbiamo comprato l’azienda» 

dal Corriere della Sera Milano del 11/9

"Albavilla, dieci chilometri a est di Como. In una via fuorimano del paese, poco più di seimila anime, dietro a un cancello bianco e rosso, ha sede una delle tante aziende della zona, Patrol line group, nata nel 1986. Produce allarmi elettronici per grandi marchi di auto e moto, trasformatori per macchine industriali di caffè. Qui tutti i giorni lavorano nove persone, negli uffici e in laboratorio. Iniziano al mattino presto, tornano a casa molte ore dopo, ben più di otto. «Siamo imprenditori di noi stessi, ci vuole passione ma anche sacrificio — spiega il presidente della società Angelo Chianese —, anche questo fa parte del cambiamento». Il cambiamento è quello, impegnativo ma rapido, che ha investito l’azienda nei primi mesi del 2015. La proprietà a marzo fa sapere ai dipendenti che ha intenzione di chiudere i battenti. Un ritornello già sentito tante volte: il prodotto è buono, ma i lavoratori sono troppi, i conti a fine mese non quadrano. La storia di un’impresa trentennale rischia così di terminare, lasciando a casa 17 persone. «Ci siamo chiesti come salvare le competenze conquistate — racconta Chianese —. Allora ero responsabile commerciale e avevo 44 anni, non è facile reinventarsi a quell’età». Lui e gli altri dipendenti cercano una soluzione. Su Internet scoprono la possibilità di dare vita a una cooperativa".

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