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A fianco dell’Ucraina, la cooperazione risposta all’orrore della guerra

A fianco dell’Ucraina, la cooperazione risposta all’orrore della guerra

L'editoriale di Massimo Minelli, presidente di Confcooperative Lombardia

Categorie: Primo PianoConfcooperative Lombardia

Tags: cooperazione,   guerra,   Ucraina

Giorni tristi stanno attraversando l’Europa. L'Ucraina, un Paese libero ed indipendente, un Paese di oltre 40 milioni di persone, esteso il doppio dell’Italia e con città per certi versi neanche troppo differenti dalle nostre, si trova a dover fronteggiare un’invasione barbara e crudele, che sa tanto di secolo scorso.

Dolore, odio, combattimenti, lutti, esodo. Ma anche incredulità, sbigottimento, smarrimento, per qualcosa che vorresti fosse solo un brutto sogno, ma che si rivela tragica realtà.

A tutto questo possiamo contrapporre solo una parola, che è lo stile di vita che l’umanità deve perseguire se vuole avere un futuro: cooperazione. Quando manca la cooperazione, gira e rigira si arriva sempre lì, al conflitto e alla guerra.

Il nostro movimento, che resta l’interprete quotidiano della cooperazione, svanito lo smarrimento delle prime ore, deve trovare la forza e la lucidità per alzare forte la voce e per mutare questa triste occasione in grande opportunità, affinché tutti i cittadini europei ed i loro Stati diventino più consapevoli del destino comune che attende l’umanità.

Qualcosa già si muove.

Insieme alle tante altre espressioni della società civile stiamo partecipando alle tante iniziative pubbliche che chiedono l’immediata interruzione della guerra e la ripresa di una soluzione diplomatica.

Ma vogliamo anche dare il nostro apporto per rinsaldare la coesione europea, chiedendo di intensificare il percorso di integrazione tra i Paesi aderenti all’UE secondo uno spirito di maggiore collaborazione in tutti gli ambiti, perché il vero destino o saranno gli Stati Uniti d’Europa o rischiamo tutti di essere fortemente penalizzati dalla competizione globale.

Con le nostre cooperative sociali siamo già pronti a far fronte ad una sempre più probabile richiesta di accoglienza, così come con le cooperative agricole e del consumo saremo in prima linea per non avere contraccolpi significativi nella distribuzione del cibo, specialmente quello derivante dai cereali, e sul fronte delle utenze energetiche prenderemo questa occasione per ritornare a dire con maggiore insistenza quanto sia fondamentale che il nostro Paese e l’intera UE si doti di una politica energetica più autonoma, fondata prevalentemente sulle fonti rinnovabili e sostenibili.

Anche in queste ore frenetiche, non fermeremo il nostro lavoro dell’ACI Lombardia, tutto teso a giocarsi dentro un quadro di relazione intense e produttive, tese a creare legami virtuosi sul piano politico, economico e sociale.

Si iscrivono dentro questa logica gli incontri che avremo nei prossimi 10 giorni con il Presidente della Regione, Attilio Fontana e l’Assessore alle attività produttive, Guido Guidesi, con il Presidente di Confindustria Lombardia, con il Presidente di ANCI Lombardia e con il Presidente di Unioncamere Lombardia.

Il leit motiv sarà sempre lo stesso: non si possono fare i grandi cambiamenti ed una politica di innovazione e sostenibilità se non si costituisce un sistema di relazioni forte e coeso tra le istituzioni ed i corpi intermedi a partire dalla dimensione economica. E la politica delle filiere produttive è quanto serve per rimescolare le carte e favorire una autentica collaborazione regionale ma anche nazionale ed internazionale dentro un’Europa speriamo presto pacificata ed unita dall’Atlantico agli Urali, da Capo Nord al Caucaso.


Massimo Minelli,
presidente di Confcooperative Lombardia