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Europa, ammortizzatori sociali e salario minimo. Le novità

Europa, ammortizzatori sociali e salario minimo. Le novità

Giuseppe Guerini, presidente Cecop spiega gli interventi europei su lavoro e occupazioni

Categorie: Confcooperative Lombardia

Tags: lavoro,   cooperative,   sociale,   Europa,   Ammortizzatori sociali,   salario minimo

Dalla Commissione Europea due importanti iniziative per il mondo del lavoro e  la tutela dell’occupazione. A spiegarle con alcune riflessioni Giuseppe Guerini presidente di CECOP, la confederazione europea delle cooperative di lavoro e di servizi, con sede a Bruxelles. 

 

Ammortizzatori sociali, 10 miliardi all'Italia

Ieri sono stati stanziati i primi 17 miliardi di euro del programma SURE, raccolti per altro con una emissione di “Social Bond” che ha avuto un grande successo sui mercati con una domanda di molto superiore all’offerta. Di questo stanziamento ben 10 miliardi sono stati assegnati all’Italia, come prima tranche di aiuti nell'ambito del programma SURE, che servirà a sostenere gli ammortizzatori sociali per la disoccupazione parziale.

 

Salario minimo europeo

Oggi invece è attesa la presentazione di una direttiva, molto contrastata, per l’introduzione del “salario minimo europeo” che dovrebbe contribuire all'istituzione di u sistema di retribuzione dei lavoratori più equo ed equilibrato nell'Unione Europea. Come nella maggior parte dei provvedimenti legislativi dell’Unione, il testo sarà un complicato compromesso tra posizioni molto distanti, sia fra i Governi degli Stati membri, sia tra i diversi portatori di interesse: le associazioni di datori di lavoro ad esempio sono contrarie ad una direttiva e propendevano per una Comunicazione di raccomandazioni e suggerimenti, mentre i Sindacati dei lavoratori sono decisamente orientati per una direttiva, che come noto ha un’incidenza maggiore.

Quello che a noi importa sottolineare è che un intervento legislativo europeo, potrà contribuire all'istituzione di un giusto salario minimo, seppure nel rispetto delle tradizioni nazionali, ma che aiuti a contrastare fenomeni di pesante dumping sul costo del lavoro praticati a diversi livelli, sia tra Stati (favorendo in alcuni casi le delocalizzazioni, come sta avvenendo in queste settimane con il caso della Sematic di Bergamo che ha annunciato il trasferimento della produzione in Ungheria) sia all’interno degli stessi Stati.

Comunque vada la presentazione delle Direttiva sarà una grande occasione per rilanciare l’attenzione della politica europea sul lavoro, ma anche per favorire ill dialogo sociale e il ruolo delle parti sociali.
Tutti sappiamo che i margini di manovra sono limitati, tant’è che la direttiva dovrà “dichiarare” nei primi articoli la non interferenza con la libertà degli Stati rispetto alla determinazione di salari minimi legali.
In ogni caso rappresenta un punto di partenza e sarà utile per intervenire in quegli spazio poco regolati dei cosiddetti contratti atipici, del lavoro non standard e soprattutto dei lavoratori contrattualizzati (si fa per dire) attraverso le grandi piattaforme digitali del lavoro “uberizzato”.


Leggi anche: 

Advancing the EU social market economy: adequate minimum wages for workers across Member States

 

Cooperative, una nuova cultura del lavoro

Su questi temi i movimenti e le organizzazioni che rappresentano le cooperative e soprattutto le cooperative su lavoro e le imprese sociali dovranno giocare una partita in attacco. Facendosi promotori della necessità di trovare nuove forme di regolazione di quell’universo sempre più ampio di lavoratori che non sono del tutto autonomi e non del tutto dipendenti.

Le cooperative potrebbero davvero essere uno strumento importante per promuovere una nuova cultura del lavoro, che per altro bene si potrebbe inserire in un contesto di trasformazione profonda del mercato del lavoro, dove la difesa della dignità e dei diritti dei lavoratori richiede di trovare strade nuove, ma che possono trovare in uno strumento come le cooperative che fanno del lavoro l’oggetto principale dello scambio mutualistico.
Insomma non siamo certo alla vigilia dello “Statuto dei lavoratori” dell’Unione Europea, ma potremmo essere sulla soglia di un cammino che porti allo “Statuto dei Lavori” per un Europa che guarda con fiducia e responsabilità al futuro del lavoro.

A noi cooperative e associazioni di cooperative tocca ora assumere una parte attiva e propositiva per agire al meglio in questo nuovo scenario. Nelle prossime ore, se si confermerà la presentazione della Direttiva sul salario minimo dovremo metterci a lavoro e cominciare a formulare nel nostre proposte.