DETTAGLIO

Fase 2, associazioni sociosanitario: "linee guida Regione incompatibili"

Fase 2, associazioni sociosanitario: "linee guida Regione incompatibili"

La lettera a Fontana e Gallera

Categorie: Ti Segnaliamo

Tags: Regione Lombardia,   Disabili,   Salute mentale,   anziani,   sociosanitario,   rsa,   rsd,   case di cura,   css,   associazioni sociosanitario

FASE 2, SEPARARE LINEE GIUIDA PER CENTRI RESIDENZIALI E SEMIREIDENZIALI

Separare nettamente, attraverso due atti deliberativi le Linee guida per l’avvio della Fase 2 delle Unità d'Offerta (U.d.O) residenziali (mai chiuse) da quelle semiresidenziali, diurne, domiciliari e ambulatoriali, secondo quanto previsto dall’art. 8 del DPCM del 26 aprile 2020. È quanto chiedono in una lettera al governatore lombardo Attilio Fontana e all'assessore al Welfare Giulio Gallera le principali associazioni del Terzo Settore Alleanza Cooperative Italiane Welfare Lombardia (Confcooperative e Legacoop), Anffas Lombardia, Arlea, Ledha, Ceal, Cnca Lombardia, Uneba Lombardia sulla bozza di DGR “Prime Linee di Indirizzo in ambito sociosanitario per la Fase 2 e le successive”.

SOCIOSANITARIO, INCOMPATIBILI LE LINEE DI INDIRIZZO SULLA FASE 2 DI REGIONE LOMBARDIA 

"Le organizzazioni firmatarie di questa lettera hanno partecipato in modo dialogante e costruttivo ai contenuti del Piano Territoriale previsto dall’art. 8 del DPCM 26 aprile - scrivono - concordando su una bozza di Piano adeguato ai bisogni delle persone e famiglie così come realizzabile e sostenibile nella sua applicazione dagli Enti Gestori, in cui sicurezza e benessere convivono in un contesto di co-responsabilità. Anche per non vanificare tutto il lavoro svolto insieme all’Assessorato alle Politiche Sociali, Abitative, Disabilità riteniamo che i due documenti siano tra loro 'incompatibili' e quindi è del tutto illogico che possano convivere nella stessa delibera".


CONTRARIETÀ DELLE ASSOCIAZIONI ALLA BOZZA, NESSUNA DIFFERENZA TRA RSA, RSD, CSS E NPIA

"Inoltre esprimiamo un fortissima contrarietà a molti dei contenuti espressi nella bozza che sembra non contemplare alcuna differenza tra realtà residenziali quali le RSA e strutture quali le RSD e soprattutto le CSS, e ancora di più le Residenze per la salute mentale e la NPIA, così come quelle per le dipendenze (tutte strutture, queste, che accolgono un numero limitato di persone, anche sotto la soglia massima dei 20 posti consentiti)" spiegano.

"Il rischio, anzi la certezza - concludono - è che venga profondamente minata ed impedita la capacità dei nostri servizi di offrire un sostegno adeguato alle esigenze delle persone con disabilità e fragilità le quali vedranno, in ogni caso, messa ancora più in pericolo la loro salute fisica e mentale, loro, dei loro familiari e dei loro operatori".