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LA CARTA COME 6 SECOLI FA. A TOSCOLANO UNA START UP FA RINASCERE L’ANTICA CARTIERA

LA CARTA COME 6 SECOLI FA. A TOSCOLANO UNA START UP FA RINASCERE L’ANTICA CARTIERA

Ma nel laboratorio si progettano anche carte personalizzare in 3D e il recupero delle tele per la stagionatura del Grana Padano

 

Categorie: Dalle Cooperative

Tags: cooperazione,   carta

Carta, fatta a mano, come 700 anni fa. A Toscolano Maderno, in provincia di Brescia, una cooperativa fa rinascere un’antica cartiera del Quattrocento. È  la start up «Toscolano 1381», creata dall’intuizione di Filippo Cantoni, 29 anni, varie esperienze nella progettazione per lo sviluppo locale e una passione per l’artigianato diventata impresa. 

In cooperativa, con lui, ci sono Elisa, Nicolò e Dario, i soci, e Valentina e Marco, novelli mastri con un sogno: salvare dall'oblio l'antico mestiere dei cartai. Realizzato con un bando della fondazione Tim il progetto ha messo radici iuna vecchia cartiera abbandonata. Lì dov'è anche il Museo della Carta che racconta la storia di quella conosciuta fin dal XIV secolo come la "Valle delle Cartiere", ribattezzata così da quando i mastri cartai venuti da Fabriano si stabilirono qui e la resero famosa.

Vuoi per l’acqua, vuoi per il clima mite che faceva asciugare i fogli in fretta anche d’inverno, per diversi secoli fu la carta migliore del Nord Italia, esportata perfino in Oriente. Fino agli anni ’60, poi la crisi e l’ultima bottega chiusa. Ora a custodire questa tradizione preziosa sono rimasti in due. “È un peccato che dopo sei secoli tutto questo debba andarsene a ramengo” ci dicono. Il lago di Garda è la terza destinazione turistica in Italia, ma al di fuori delle ‘stagioni’ non ci sono tante altre possibilità: “Il turn over non esiste – racconta Filippo -, le periferie si stanno spopolando e allora mi son detto perché non ripartire da lì? In Italia ci sono maestrie che nessuno sa imitare, sono la forza del nostro made in Italy. Quello che stiamo proponendo qui non è solo un modello di sviluppo locale, ma potrebbe essere il motore per l’intera ‘provincia d’Italia”, luoghi minori che rischiano come il nostro di finire nel dimenticatoio”.

Il laboratorio è un tuffo nel passato. Una pila di feltri e fogli, tini in legno, torchi e presse, l’ultima acquistata poco tempo fa. E poi ovunque canapa, cotone, ortica e lino biologici, fibre grezze pronte per la prima fase di produzione: la trasformazione in poltiglia grazie alle lame di una ‘raffinatrice olandese’ ricostruita su un modello del 1850. Il successo dell’idea? Nessun romanticismo e obiettivi chiari: creare prodotti di nicchia per un mercato sempre in cerca di novità, quello del lusso. “Produciamo carta fatta a mano e stampe artigianali, lavoriamo per il ‘mercato della bellezza’” continua Filippo. Inviti, partecipazioni, biglietti da vista, buste da lettera, notes aziendali, taccuini. Tra i settori che vanno per la maggiore quello della ristorazione: “lavoriamo stabilmente con ristoranti stellati per menù speciali”. E non mancano le collaborazioni importanti con il mondo della cultura: il Museo della Follia di Vittorio Sgarbi “per lui confezioniamo parte del merchandising” o il Vittoriale di D’Annunzio. Ma ci sono anche la Casa di Giulietta a Verona o i prodotti realizzati per i grandi wedding planner della Lombardia, tutti rigorosamente fatti a mano. Poi le sperimentazioni, come l’impiego di stampanti 3D per la personalizzazione dei prodotti. O quella, ancora allo studio, del recupero delle pezze per l’asciugatura del Grana Padano da trasformare in fogli e buste.